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LE PARTI IN ROSSO SONO STATE TAGLIATE DALLA REDAZIONE E NON PUBBLICATE

 

PER OLINDO E ROSA DALLA PENA ALLA VERGOGNA

 

25 novembre 2008

 

Avevo espresso la mia pena nei confronti di Olindo e Rosa, i mostri di Erba, perché mi sembravano più vittime che carnefici.

Ora, dopo la sentenza, provo anche vergogna. Ma non nei loro confronti, nei confronti della nostra giustizia.

La condanna all’ergastolo è commisurata al reato a loro riconosciuto.

L’aggiunta di tre anni di isolamento invece si configura come un sadico e disumano provvedimento che vuole solo umiliare e soprattutto separare due persone.

Niente quindi a che vedere con lo scopo di rieducare ma quasi l’applicazione di una vendetta.

 

Sappiamo che l’isolamento viene normalmente assegnato a quei delinquenti che riescono a gestire anche dal carcere le loro attività illegali. Non è certo il caso di Olindo e Rosa.

Si leggono tutti i giorni casi di efferati delinquenti, assassini e mafiosi responsabili di delitti altrettanto orrendi che ottengono dalla giustizia italiana trattamenti di favore con pene ridicole se non addirittura scarcerazioni miracolose per decorrenza dei termini o per amnistie, che rimettono in circolazione dei professionisti dell’omicidio.

Questa sentenza sembra una dimostrazione pratica di quanto si possa essere forti con i deboli e deboli con i forti.

Se quella dei coniugi Romano è stata una barbarie, il provvedimento del tribunale non è stato meno barbaro.

 

PS: LA MIA VERITA'

Qui ho criticato la crudeltà che è stata aggiunta alla pena, prendendo per buona la condanna.

Se però vogliamo parlare di giustizia, allora ho dei forti dubbi.

Appena accaduto il fatto ho pensato subito ad un regolamento di conti tra spacciatori.

Due cose mi hanno convinto di questo: la prima testimonianza che parlava di un aggressore di pelle scura e molto grande, la seconda che parlava di sgozzamento, pratica certamente sconosciuta ai coniugi condannati, ma certamente nota a chi, nella propria tradizione, considera lo sgozzamento un normale sistema di regolamento di conti.

Questo per non lasciare dubbi su come la penso.

 

LEGNATE A DI PIETRO

 

25 novembre 2008

 

Nel suo libro autobiografico Antonio Di Pietro scrive che con il lodo Alfano, d'ora in poi, il presidente del Consiglio potrà spacciare droga, rapinare banche, ammazzare le mogli, corrompere testimoni, ecc.

Se le cose stanno così suggerirei a Berlusconi di approfittarne per dargli un sacco di legnate.

 

OLINDO E ROSA mi fanno pena

 

22 novembre 2008

 

 

 

Vedere i due anziani coniugi Olindo e Rosa che si guardano con tenerezza e sentire i commenti che li considerano dei feroci assassini, suscita in me una senso di pena e di ribellione ad una sentenza già pronunciata che però non ha messo sul banco degli imputati tutti i colpevoli, palesi ed occulti, diretti ed indiretti.

Ho avuto modo di vivere in un fabbricato con più famiglie ed ho constatato direttamente quanto sia difficile, quando si ha la disgrazia di abitare vicino a persone maleducate ed incivili, rimanere nell'ambito della sopportazione e accettare passivamente le provocazioni e le prepotenze che calpestano il sacrosanto diritto di vivere in pace. Fortunatamente ero in affitto e quando ho visto mia moglie entrare nel tunnel della depressione ed io stesso sono arrivato a degli scontri verbali che oltrepassavano la mia pazienza e la mia educazione, ho deciso di cambiare casa.

 

Olindo e Rosa avevano una casa di proprietà dove hanno pensato di poter concludere serenamente il resto della loro vita. Ma non è stato loro concesso. Sei anni a combattere contro villanie e soprusi, oltre a strani movimenti notturni di spacciatori, regolarmente denunciati all'autorità competente, che sono rimasti lettera morta, li hanno condotti, a parer mio, oltre la ragione e ad eseguire una giustizia sommaria bestiale.

Li ritengo senz'altro colpevoli e questo pluriassassinio merita l'ergastolo.

Solo divederei la pena in tre parti: la più grande a loro due che nonostante tutto non potevano e non dovevano risolvere il problema in questo modo, poi una parte consistente al marocchino Azouz Marzouk il cui atteggiamento arrogante e prepotente è stato senz'altro la miccia che ha dato fuoco alla situazione.

Quindi riserverei una piccola parte anche ai rappresentanti delle forze dell'ordine o del giudice che, avvisati dei traffici illeciti dell'Azouz, hanno atteso la tragedia per fare delle serie indagini e mettere giustamente in galera il balordo.

Manca solo che i giudici gli riconoscano, a riparazione della perdita, l'importo di due milioni e 632 mila euro che ha richiesto. Alla malagiustizia si aggiungerebbe anche la vergogna.

 

E' MORTO CURZI

 

22 novembre 2008

     

Giorni orsono mi lamentavo con un autorevole uomo di sinistra del fatto che sul TG3 regionale dell'Emilia Romagna non mancava sera che non si parlasse di fascismo, di antifascismo, di ricerca di colpevoli, di processi, di stragi e di relative manifestazioni.

Nessuno vuol discutere i fatti, ma lamentavo l'impossibilità per gli italiani di intraprendere una strada comune verso il futuro e di sentirsi tutti appartenenti alla stessa patria fin che questi fantasmi del passato avessero contribuito ad esasperare ed esaltare i contrasti ed i rancori nella nostra società anche a distanza di 60 e più anni. Purtroppo le persone che per loro sfortuna hanno vissuto queste terribili esperienze non riescono a capire che i giovani hanno sì bisogno di conoscere i fatti, meglio se tutti e completi, ma che l'odio che distribuiscono in ogni occasione non aiuta le nuove generazioni a costruire l'unità nazionale di cui, soprattutto in questi frangenti difficili, l'Italia ha bisogno.

 

Mi è stato risposto che l'unica soluzione al problema è il ricambio generazionale.

Oggi è morto Alessandro Curzi, comunista antifascista tutto d'un pezzo. Certamente ha fatto cose buone e giuste, ma è pur sempre un comunista in meno.

 

VERISSIMO e la mafia

22 novembre 2008

 

Ho sentito al TG5 la promozione della trasmissione Verissimo che avrebbe trattato un argomento dedicato ai bambini dal titolo: "Cos'è la mafia e come si può sconfiggere".

Evidentemente la redazione conosce cose sconosciute ai più. Consiglio vivamente ai conduttori di informare tempestivamente le autorità e gli organi di carabinieri e polizia anziché parlarne con i bambini. Per la nazione sarebbe una svolta epocale.

A meno che nel titolo ci sia una po' di superficialità e di supponenza.

 

ELUANA ENGLARO 17 anni in coma

18 novembre 2008

 

Si può essere favorevoli o contrari all’eutanasia: rientra nel diritto di autodeterminazione e cioè nel riconoscimento della capacità di scelta autonoma ed indipendente dell'individuo.

Ma alcune cose che ho letto in questi giorni da parte di chi è contrario, vanno oltre il ragionamento ed il buon senso e sconfinano nettamente nell’ipocrisia e nella falsità.

Cose come “Il patibolo è stato di nuovo innalzato”, “Eluana condannata a morte, verrà giustiziata”, “Infranto il patto con la moratoria alla pena di morte”, “Il boia torna al lavoro in camice bianco”, “La Cassazione non può sentenziare come un cannibale”, “Da oggi in Italia si potrà uccidere, quando si vorrà, malati stabili, pazienti terminali, inguaribili, pazienti in stato vegetativo, pazienti terminali, anziani inutili”, “I giudici della Cassazione dovrebbero venir denunciati al Csm, all’Onu, e al Tribunale dell’Aja”.

Non mi sembrano espressioni dettate da chi è dotato di equilibrio mentale. Piuttosto esprimono un furore verbale ed una violenza psicologica anche superiori a quel male che condannano.

Poi ci sono le falsità utilizzate per perorare la causa.

“Eluana morirà per fame e per sete con atroci sofferenze, tormenti e crampi”.
Medici qualificati affermano che Eluana non reagisce alle sollecitazioni esterne e agli stimoli dolorifici. Difficile quindi che possa percepire le complicazioni che la porteranno alla morte. E’ come morire nel sonno. Se così non fosse, la medicina moderna conosce tanti sistemi per ovviare alla barbarie.

“Nessuna macchina tiene Eluana in vita: è solo alimentata e idratata”.
Ed invece si tratta di accanimento terapeutico. Non si dice che per mantenere lo stato vegetativo bisogna continuamente intervenire con potenti farmaci sui vari organi per evitarne la degenerazione. Diversamente si arriverebbe in poco tempo alla morte.
Lo stesso padre parla di procedure mediche dolorose, pericolose, straordinarie, o sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti.

Quindi se vogliamo parlare di equità sociale e morale, mi chiedo se sia giusto tenere occupato per 17 anni tutto un apparato medico che magari sarebbe servito a salvare altre vite che hanno lo stesso diritto di Eluana.

Potrà sembrare un discorso un po’ cinico, ma fa il pari con chi dice che dal 7 aprile 1994 hanno provveduto le suorine di Lecco amorevolmente e gratuitamente (?).

Poi viene il turno della Chiesa: “La vita è sacra, nessuno può rinunciare volontariamente”.

Dunque la vita è sacra, non la materia. Altrimenti sarebbero sacri tutti gli esseri viventi, piante comprese. E’ evidente che il riferimento è allo spirito che anima l’essere umano. Ma un essere ridotto ad uno stato vegetativo quale spirito sacro può incarnare?

E qui passo dal cinismo alla blasfemia.
Cristo non è morto volontariamente per la nostra redenzione? E tanti santi non hanno rinunciato volontariamente a vivere in nome di Dio? Sono giustificate contraddizione alla sacralità della vita?
Voler ricongiungersi a Dio, per chi crede, non dovrebbe essere in contrasto con la sua dottrina.
Diversamente verrebbe da pensare ad una visione materialistica della vita. Siamo polvere e polvere ritorneremo. Finito lo spirito (o la mente) è finita la vita.

Sia chiaro, io rispetto chi non vuole per sé l’eutanasia per principio o perché glielo impone il suo credo.
Non rispetto invece, anzi disprezzo profondamente, coloro che vogliono imporre a me le loro scelte.

Ma parlando della vita in se, trovo assurdo considerarla in base alla sua durata. Ben altri dovrebbero essere i valori che fanno la propria vita degna di essere vissuta.
Personalmente non aspiro a vivere 100 anni e tantomeno a viverli in condizioni di non autosufficienza. Sono consapevole che ogni età ha un lato positivo ma preferisco chiudere, se possibile, in bellezza.

Ho avuto la fortuna di decidere gran parte della mia vita nel bene e nel male. Ho accettato le conseguenze delle mie scelte e per questo considero la mia una bella vita. Vorrei quindi decidere anche della mia morte, poiché fa parte di essa, qualora non fossi in grado di vivere con la dignità di cui ho diritto.

Eppure ci sono persone che vorrebbe decidere per me, dall’alto della loro superbia, della loro presunzione ed in definitiva della loro ottusità.
Gente che critica la decisione del padre di Eluana senza aver vissuto la sua pena ed il suo strazio, ma semplicemente e tranquillamente dall’alto di una posizione sociale che li fa presumere di saper distinguere il bene dal male.
Capitasse a loro, sono certo che le espressioni che ho scritto sopra sparirebbero dalla loro bocca.

Se avessi la sfortuna di trovarmi in una situazione senza ritorno, mi piacerebbe poter ringraziare della vita vissuta le persone che l’hanno accompagnata e chiudere serenamente.

Mi fa paura l’idea di vivere per 17 anni nell’incoscienza manipolato da sconosciuti che mi rubano la dignità oppure nella coscienza impotente passata a maledire la vita e coloro che mi danno tormento.

Mi basta essere trattato come un cavallo azzoppato, un gatto o un cane ferito a morte.
Mi accontento della pietà che viene loro normalmente riservata.

Nulla di più.

 

ROCCELLA? debordante

17 novembre 2008

 

Il sottosegretario al Welfare del governo Berlusconi, signora Eugenia Roccella, dichiara inopportunamente, riferendosi al caso di Eluana, che è sconvolgente pensare che si possa morire per sentenza.

Immagino quindi che la signora viva in costante stato di sconvolgimento visto che, per sentenza, muoiono persone ogni giorno nei vari stati dove si applica la pena di morte.

Forse per questo motivo è portata a rilasciare dichiarazioni dissennate poiché il tribunale non ha emesso una sentenza di morte ma ha dato solo l'autorizzazione ad interrompere il sostentamento a chi chiede un atto di pietà.

 

BUSH-OBAMA Sono poi tanto diversi?

11 novembre 2008

 

A sentire i sinistri, sembra che l'avvento di Obama al posto di Bush, sarà l'inizio del cambiamento mondiale.

Se però guardate la foto che li vede assieme dopo le elezioni, si nota che portano le stesse scarpe, hanno lo stesso vestito, la stessa camicia ed anche la stessa cravatta.

E non è un fotomontaggio.

Anche il colore della pelle non si distanzia di molto.

Non conoscendoli si potrebbero scambiare per padre e figlio.

Infatti l'unica differenza sostanziale è nel colore dei capelli.

Vedo questa foto come un presagio.

Prevedo che tutti i cambiamenti auspicati saranno solo una nota di colore.

 

FINI-D'ALEMA Oltre le ideologie

9 novembre 2008

lettera pubblicata da

 

La nuova coppia Fini-D'Alema, che si è esibita sul palco di Asolo proponendo una bicamerale per emendare il federalismo, ha suscitato molta perplessità sulle possibilità di accettazione delle loro proposte da parte di chi decide veramente.

Sembrerebbe quindi che i due abbiano perso tempo. Ma non è così. Se consideriamo che al momento uno viene nominato solo quando cade dalla barca e l'altro sta tentando di accreditarsi come centrista con goffe prese di posizione super partes, la prima pagina dei giornali è sicuramente un obiettivo raggiunto. Vederli discutere assieme, viste le loro provenienze politiche, potrebbe far pensare che, come negli Stati Uniti, alla fine prevalga sempre il bene della nazione.

Qui sembra invece che gli interessi di bottega possano abbattere perfino le ideologie più radicate.

 

SIGNORA SARKOZY Non la rimpiangeremo

9 novembre 2008

 

La signora Sarkozy, già Carla Bruni, a proposito della battuta di Berlusconi sull'abbronzatura di Barak Obama, che ha offeso tutti i benpensanti ad esclusione dell'interessato, ha precisato di essere contenta di non essere più italiana.

Vorrei rassicurarla a nome mio e di molti milioni di italiani e farle sapere che non deve esserne troppo dispiaciuta perché non lo siamo neanche noi: non ne percepivamo la presenza quando era in Italia, perché viveva nel suo mondo del jet set, ed ora non ne sentiamo la mancanza.

Continui pure in Francia la sua opera di difensore di assassini e di terroristi.

Non la rimpiangeremo.

 

BARAK OBAMA Diversamente normali

7 novembre 2008

 

Le elezioni americane ci hanno fatto conoscere uno dei fattori che differenziano la nostra dalla loro democrazia.

Durante la campagna elettorale statunitense i candidati non si risparmiano certo colpi bassi, insulti e meschinità. Ma quando le urne si chiudono prevale sempre il bene dello stato e chi ha perso si ritira in buon ordine. Da noi dobbiamo vedere i manifesti affissi a Roma contro Gasparri e sentire le esternazioni di una muta di lupi sbavanti dalla rabbia contro le parole di Berlusconi su Obama. Veltroni e i suoi sanno benissimo che in Italia l'abbronzatura è un simbolo di bellezza e salute e la loro sfacciata strumentalizzazione per bassi scopi ci fa capire quanto possa essere miserabile il nostro modo di gestire la politica.

La smania di essere politicamente corretti ci ha portato al punto di non saper più come definire una persona di pelle nera senza incorrere negli strali di questi falsi moralisti.

Vogliamo chiamarli diversamente colorati? 

E per non offendere gli imbecilli, vogliamo chiamarli diversamente normali?

 

BARAK OBAMA La vittoria di Pirro dei nostri sinistri

5 novembre 2008

lettera pubblicata da

 

La vittoria di Barak Obama ha scatenato l'entusiasmo dei nostri sinistri. Veltroni è convinto di aumentare i consensi in Italia, la Melandri è incontenibile, sembra la vispa Teresa. Ma costoro unitamente ai loro compagni si rendono conto della realtà o fanno solo finta di non capire? Festeggiano la vittoria di una altro senza aver vinto nulla. Obama è americano, non di sinistra e incarna più o meno tutti i mali che proprio i sinistri attribuiscono agli USA.

Da senatore ha approvato i mutui senza copertura ed abbiamo visto come è andata a finire e sugli interventi in Afganistan pare voglia incrementare la presenza dell'esercito. Sappiamo che la famiglia di Obama è di provenienza africana, ma non sono profughi: hanno di chiarato 4,2 milioni di reddito nel 2007. Ora il nostro ha speso più di 600 milioni di dollari per la sua campagna elettorale contro la metà di McCain. Pensano forse che non li dovrà rendere in qualche forma?

Qualcuno pensa che verrà in Italia ad ossequiare i vari Veltroni, D'Alema, Fassino e compagnia bella?

Molto probabilmente dal suo punto di vista, di americano a tutti gli effetti, considera il nostro sistema elettorale, che vive di rancori e vendette anche dopo la chiusura delle urne, un sistema medievale e barbaro (vedi Di Pietro). Succederà che, come con Clinton, andrà perfettamente d'accordo con Berlusconi. Quindi dopo il male assoluto, lo sterminatore, il presidente più cattivo e stupido del mondo non ci sarà il nuovo Messia. Prevedo anzi che, dopo l'inevitabile delusione, avremo modo di leggere o di sentire qualche brava persona appartenente ai nostri pacifisti ed estremisti vari definire Obama uno "Sporco negro".

Alla faccia del razzismo.

 

MARIO CAPANNA Un falso profeta

4 novembre 2008

 

Sono sempre favorevole a concedere parola e spazio a chi la pensa diversamente da me. Oltre che ad essere un principio della democrazia, è anche un modo per conoscere altri punti di vista ed allargare la conoscenza. Mi riesce però oltremodo difficile digerire gli articoli di Mario Capanna che, dopo aver teorizzato per anni su sistemi dimostratisi fallimentari, si permette ancora di pontificare con cervellotiche soluzioni sui problemi del mondo attuale attingendo a dei testi ermetici, in realtà privi di ogni significato, per sparare delle emerite c.... L'ultima, quella che vorrebbe sostituire il capitalismo con la solidarietà è proprio ridicola. Il capitalismo ovviamente è un modo, magari discutibile, di accumulare, la solidarietà lo è invece per distribuire e sovente anche per sprecare e dissipare. E' evidente che questi non sono due sistemi contrapposti poiché il primo non esclude il secondo. Le tesi che Capanna esprime si possono tutte facilmente sconfessare. Ciò che lamento è il fatto che bisogna sorbirle senza alcun contraddittorio. Neanche l'Unità arriva a tanto.

 

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