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giugno 2004
 
L'ODDI SCRIVE E INVIA UN  MANIFESTO SUL  DIRITTO ALLO STUDIO
 

Con il nostro Flavio Berlanda, abbiamo messo a punto un nuovo manifesto come O.D.D.I.I. che ovviamente sosteniamo con il magazine Lisistrata e che invieremo entro domani ai ministeri e ai ministri qui sotto indicati, proprio come abbiamo già fatto e continueremo a fare nelle circostanze in cui sarà importante che noi si partecipi alla vita politica e sociale, affinché i diritti di tutti i cittadini italiani non vengano più violati e i politici hanno, secondo noi, il dovere di rispondere alle nostre istanze in quanto si trovano nella posizione ideale per fare ciò che noi stiamo suggerendo e che abbiamo gridato a gran voce con il voto politico con il quale abbiamo cambiato l’assetto che imperava fino a quel momento in Italia.    

Milano, 17 giugno 2008
 
Questo manifesto è stato consegnato a mano dall'avv.Galgano Palaferri - responsabile delegazione di Torino e pres.te del Circolo Einaudi, oltre che pres.te dell' U.P.L. a Torino
All’esimio signor ministro: Sandro Bondi dei Beni e Attività Culturali
e al sottosegretario  Francesco Maria Giro
Ed è stato inviato dalla presidenza
All’esimio signor ministro:  Mariastella Gelmini  Istruzione Università e Ricerca
e al sottosegretario   Giuseppe Pizza  
All’esimio signor ministro di Giustizia  Angelino Alfano
e ai sottosegretari  Maria Elisabetta Alberti Casellati, Giacomo Caliendo

OGGETTO: MANIFESTO SCUOLA E INGIUSTIZIE CONTINUATE - DIRITTO ALLO STUDIO
La scuola è aperta a tutti. Questo dichiara l’Art. 34 della Costituzione Italiana
  e crediamo debba essere interpretato sia come libertà di accesso all’insegnamento che come libertà di accesso fisico alla struttura della scuola.
Ecco perché l’O.D.D.I.I. (Osservatorio del Diritto Italiano e Internazionale) http://www.oddii.eu  ritiene che l’impedire di entrare nelle aule scolastiche ad una persona che ha tutti i requisiti per farlo costituisca una grave violazione ai diritti costituzionali di un cittadino italiano.
L’episodio accaduto il 5 giugno scorso nell’Università di Torino alla studentessa Augusta Montaruli, a cui è stato impedito attraverso azioni e termini intimidatori di sostenere un esame, è sintomatico della tragica situazione in cui versa la nostra Università. Ma l’episodio purtroppo non è isolato e si inserisce in un contesto alquanto pericoloso che ha visto altri casi di aggressività e violenza all’Università La Sapienza di Roma, nella quale, si è permesso ad alcuni scalmanati, che si presentano sotto una veste politica, ma che in realtà sono solo degli emarginati sociali, di impedire l’esercizio dei diritti costituzionali in generale e di quello allo studio in particolare, nonché di porre in stato di assedio e sequestro il rettore.
La pubblica opinione, a causa all’attuale stato di permissivismo, ha davanti ai propri occhi il quadro desolante di un’Università Italiana in pieno degrado, di un luogo dove non si creano coscienze e ideali, ma in cui si alimentano ideologie ed estremismi, anche perché coloro ai quali sono demandati compiti di responsabilità come presidi, rettori e docenti non sembrano avere la volontà, la capacità, o i mezzi di farsi carico del preciso ruolo che rivestono e cioè quello della funzione di educatori nel pieno rispetto del diritto di tutti gli studenti e non è accettabile che tali compiti vengano delegati alle forze di polizia che dovrebbero intervenire soltanto in casi eccezionali che invece sono diventati la norma.
Riteniamo sia giunto il momento che gli organi competenti diano rassicurazioni ai cittadini italiani sull’effettiva libertà allo studio esistente in Italia, applicando -ove necessario- con energia e determinazione, interventi esemplari, secondo le direttive Costituzionali, per porre finalmente un freno a questo malcostume che mette in cattiva luce tutto il sistema scolastico italiano.
Siamo coscienti che questa non è la realtà, poiché queste frange estremiste di pseudo-studenti costituiscono una esigua minoranza, ma bastano a rendere inaccettabile il clima entro ambienti che dovrebbero offrire sicurezza e tranquillità poiché sono i templi della conoscenza che non può essere degradata a livelli da teppismo da stadio, senza che qualcuno vi ponga finalmente rimedio.
Per iniziare questa inversione di tendenza, chiediamo formalmente l’attivazione urgente di una normativa che permetta ad Augusta Montaruli di esercitare il diritto che le è stato sottratto con l’immediato recupero dell’esame perduto, anche perché servirà a chiarire le idee di chi ha fatto dell’Università una propria riserva di caccia e ad informare la gente comune che qualche cosa sta veramente cambiando nella gestione della cosa pubblica e nel rispetto dei diritti dei cittadini.
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Questo comunicato inviato ai ministri e ministeri sopra indicati, verrà pubblicato su Lisistrata - magazine on line http://www.lisistrata.com e sul sito dell’O.D.D.I.I. Osservatorio del diritto italiano e internazionale  inoltre sarà inviato agli organi di stampa affinché i cittadini sappiano che qualcuno sta cercando di fare in modo che i loro diritti vengano rispettati e che dall’altra parte, coloro che hanno il compito di guidare le sorti della nazione, siano effettivamente disposti a intervenire per dare una risposta a giuste rivendicazioni e i cittadini non siamo costretti a vedere vanificata la scelta politica che hanno operato.  

Adriana Bolchini Gaigher
Presidente nazionale O.D.D.I.I.


 
lettera pubblicata da - 18 giugno 2008
 
QUESTA EUROPA NON MI PIACE
 

Premesso che sono favorevole all'Unione Europea, resto molto perplesso sui sistemi di attuazione. Ritengo che una decisione così importante non possa essere sottratta alla volontà popolare ed in questo caso mi sembrerebbe giusto fare una deroga alla Costituzione perché quando è stata scritta un evento simile non era previsto.

Se i referendum che sono stati fatti in Francia, Olanda e Irlanda, hanno dato esito negativo, significa che qualche cosa non va. Significa che c'è qualche cosa da cambiare.

L'Europa non può essere fatta scavalcando o ignorando la volontà dei suoi cittadini. Questi sono metodi sovietici e Napolitano ce lo conferma quando afferma che nonostante la bocciatura irlandese "Il Trattato di Lisbona resta in vigore e la volontà di un solo Paese non conta nulla, perchè è piccolo".

E' questa la democrazia europea? Se è piccolo lo buttiamo fuori?

In realtà il parere contrario è già al 10% e probabilmente se il popolo avesse la libertà di esprimere un parere la percentuale potrebbe superare il 50%. Perché? Perché abbiamo la sensazione che a Bruxelles persone strapagate si occupino più della curvatura delle banane che del benessere degli europei sottoforma di controllo delle frontiere, di sicurezza dei cittadini, di tutela del mercato interno ed altre simili amenità che evidentemente per i padri dell'Europa non contano.

Penso che l'Europa sia partita con il piede sbagliato. La maggioranza dei cittadini si aspettavano risvolti positivi che vanno oltre la moneta e le frontiere in comune ed invece ci ritroviamo a gestire soprattutto divieti e controlli in una situazione territoriale ed economica che è peggiore di quella ante-Europa.

Vista la evidente situazione di scontento sarebbe opportuno rivedere alcune situazioni e poi fare un referendum in tutti gli stati. Diversamente a me e a tanti altri cittadini europei resta la convinzione che questi signori intendano imporci il Trattato con la forza.


 
IL SOLITO CASINI 6 giugno 2008
 

L'ultima dichiarazione di Casini contro la legge che definisce reato penale l'immigrazione clandestina, fa capire molte cose sulle mancate riforme del precedente governo Berlusconi. Dice infatti che "la strada giusta è quella della sanzione amministrativa".

Quindi nessuna decisione che affronta decisamente il problema, ma il solito provvedimento inutile di cui gli immigrati si farebbero beffa.

Risulta infatti difficile spiegare come sia possibile notificare o richiedere il pagamento di una sanzione amministrativa a chi non ha una residenza, non ha lavoro e probabilmente neanche una identità certificabile.