Con il nostro Flavio
Berlanda, abbiamo messo a punto un nuovo manifesto come
O.D.D.I.I. che ovviamente sosteniamo con il magazine
Lisistrata e che invieremo entro domani ai ministeri e ai
ministri qui sotto indicati, proprio come abbiamo già fatto
e continueremo a fare nelle circostanze in cui sarà
importante che noi si partecipi alla vita politica e
sociale, affinché i diritti di tutti i cittadini italiani
non vengano più violati e i politici hanno, secondo noi, il
dovere di rispondere alle nostre istanze in quanto si
trovano nella posizione ideale per fare ciò che noi stiamo
suggerendo e che abbiamo gridato a gran voce con il voto
politico con il quale abbiamo cambiato l’assetto che
imperava fino a quel momento in Italia.
Milano, 17 giugno 2008
Questo manifesto è stato consegnato a mano dall'avv.Galgano
Palaferri - responsabile delegazione di Torino e pres.te del
Circolo Einaudi, oltre che pres.te dell' U.P.L. a Torino
All’esimio signor ministro: Sandro Bondi dei Beni e Attività
Culturali
e al sottosegretario Francesco Maria Giro
Ed è stato inviato dalla presidenza
All’esimio signor ministro: Mariastella Gelmini Istruzione
Università e Ricerca
e al sottosegretario Giuseppe Pizza
All’esimio signor ministro di Giustizia Angelino Alfano
e ai sottosegretari Maria Elisabetta Alberti Casellati,
Giacomo Caliendo
OGGETTO: MANIFESTO SCUOLA E INGIUSTIZIE CONTINUATE -
DIRITTO ALLO STUDIO
La scuola è aperta a tutti. Questo dichiara l’Art. 34 della
Costituzione Italiana e crediamo debba essere
interpretato sia come libertà di accesso all’insegnamento
che come libertà di accesso fisico alla struttura della
scuola.
Ecco perché l’O.D.D.I.I. (Osservatorio del Diritto Italiano
e Internazionale)
http://www.oddii.eu ritiene che l’impedire di entrare
nelle aule scolastiche ad una persona che ha tutti i
requisiti per farlo costituisca una grave violazione ai
diritti costituzionali di un cittadino italiano.
L’episodio accaduto il 5 giugno scorso nell’Università di
Torino alla studentessa Augusta Montaruli, a cui è stato
impedito attraverso azioni e termini intimidatori di
sostenere un esame, è sintomatico della tragica situazione
in cui versa la nostra Università. Ma l’episodio purtroppo
non è isolato e si inserisce in un contesto alquanto
pericoloso che ha visto altri casi di aggressività e
violenza all’Università La Sapienza di Roma, nella quale, si
è permesso ad alcuni scalmanati, che si presentano sotto una
veste politica, ma che in realtà sono solo degli emarginati
sociali, di impedire l’esercizio dei diritti costituzionali
in generale e di quello allo studio in particolare, nonché
di porre in stato di assedio e sequestro il rettore.
La pubblica opinione, a causa all’attuale stato di
permissivismo, ha davanti ai propri occhi il quadro
desolante di un’Università Italiana in pieno degrado, di un
luogo dove non si creano coscienze e ideali, ma in cui si
alimentano ideologie ed estremismi, anche perché coloro ai
quali sono demandati compiti di responsabilità come presidi,
rettori e docenti non sembrano avere la volontà, la
capacità, o i mezzi di farsi carico del preciso ruolo che
rivestono e cioè quello della funzione di educatori nel
pieno rispetto del diritto di tutti gli studenti e non è
accettabile che tali compiti vengano delegati alle forze di
polizia che dovrebbero intervenire soltanto in casi
eccezionali che invece sono diventati la norma.
Riteniamo sia giunto il momento che gli organi competenti
diano rassicurazioni ai cittadini italiani sull’effettiva
libertà allo studio esistente in Italia, applicando -ove
necessario- con energia e determinazione, interventi
esemplari, secondo le direttive Costituzionali, per porre
finalmente un freno a questo malcostume che mette in cattiva
luce tutto il sistema scolastico italiano.
Siamo coscienti che questa non è la realtà, poiché queste
frange estremiste di pseudo-studenti costituiscono una
esigua minoranza, ma bastano a rendere inaccettabile il
clima entro ambienti che dovrebbero offrire sicurezza e
tranquillità poiché sono i templi della conoscenza che non
può essere degradata a livelli da teppismo da stadio, senza
che qualcuno vi ponga finalmente rimedio.
Per iniziare questa inversione di tendenza, chiediamo
formalmente l’attivazione urgente di una normativa che
permetta ad Augusta Montaruli di esercitare il diritto che
le è stato sottratto con l’immediato recupero dell’esame
perduto, anche perché servirà a chiarire le idee di chi ha
fatto dell’Università una propria riserva di caccia e ad
informare la gente comune che qualche cosa sta veramente
cambiando nella gestione della cosa pubblica e nel rispetto
dei diritti dei cittadini.
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Questo comunicato inviato ai ministri e ministeri sopra
indicati, verrà pubblicato su Lisistrata - magazine on line
http://www.lisistrata.com e sul sito dell’O.D.D.I.I.
Osservatorio del diritto italiano e internazionale inoltre
sarà inviato agli organi di stampa affinché i cittadini
sappiano che qualcuno sta cercando di fare in modo che i
loro diritti vengano rispettati e che dall’altra parte,
coloro che hanno il compito di guidare le sorti della
nazione, siano effettivamente disposti a intervenire per
dare una risposta a giuste rivendicazioni e i cittadini non
siamo costretti a vedere vanificata la scelta politica che
hanno operato.
Adriana Bolchini Gaigher
Presidente nazionale O.D.D.I.I. |
Premesso
che sono favorevole all'Unione Europea, resto molto
perplesso sui sistemi di attuazione. Ritengo che una
decisione così importante non possa essere sottratta alla
volontà popolare ed in questo caso mi sembrerebbe giusto
fare una deroga alla Costituzione perché quando è stata
scritta un evento simile non era previsto.
Se i referendum che sono
stati fatti in Francia, Olanda e Irlanda, hanno dato esito
negativo, significa che qualche cosa non va. Significa che
c'è qualche cosa da cambiare.
L'Europa non può essere
fatta scavalcando o ignorando la volontà dei suoi cittadini.
Questi sono metodi sovietici e Napolitano ce lo conferma
quando afferma che nonostante la bocciatura irlandese "Il
Trattato di Lisbona resta in vigore e la volontà di un solo
Paese non conta nulla, perchè è piccolo".
E' questa la democrazia
europea? Se è piccolo lo buttiamo fuori?
In realtà il parere
contrario è già al 10% e probabilmente se il popolo avesse
la libertà di esprimere un parere la percentuale potrebbe
superare il 50%. Perché? Perché abbiamo la sensazione che a
Bruxelles persone strapagate si occupino più della curvatura
delle banane che del benessere degli europei sottoforma di
controllo delle frontiere, di sicurezza dei cittadini, di
tutela del mercato interno ed altre simili amenità che
evidentemente per i padri dell'Europa non contano.
Penso che l'Europa sia
partita con il piede sbagliato. La maggioranza dei cittadini
si aspettavano risvolti positivi che vanno oltre la moneta e
le frontiere in comune ed invece ci ritroviamo a gestire
soprattutto divieti e controlli in una situazione
territoriale ed economica che è peggiore di quella
ante-Europa.
Vista la evidente situazione
di scontento sarebbe opportuno rivedere alcune situazioni e
poi fare un referendum in tutti gli stati. Diversamente a me
e a tanti altri cittadini europei resta la convinzione che
questi signori intendano imporci il Trattato con la forza.
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L'ultima
dichiarazione di Casini contro la legge
che definisce reato penale
l'immigrazione clandestina, fa capire
molte cose sulle mancate riforme del
precedente governo Berlusconi. Dice
infatti che "la strada giusta è quella
della sanzione amministrativa".
Quindi
nessuna decisione che affronta
decisamente il problema, ma il solito
provvedimento inutile di cui gli
immigrati si farebbero beffa.
Risulta
infatti difficile spiegare come sia
possibile notificare o richiedere il
pagamento di una sanzione amministrativa
a chi non ha una residenza, non ha
lavoro e probabilmente neanche una
identità certificabile.
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