Il 24 maggio nel quartiere
popolare del Pigneto una ventina di giovani,
al seguito di un uomo di mezza età, hanno
assalito alcuni negozi di immigrati,
sfasciando vetrine e provocando danni ai
locali.
Non sembrava vero ai sinistri
sconfitti, umiliati e cacciati dalla stanza
dei bottoni di poter gridare all’attacco
xenofobo, fascista e razzista ed attribuirne
inequivocabilmente la colpa morale
all’insediamento della destra al governo.
Del resto la testimonianza di
chi ha assistito che parlava di svastiche
sulle sciarpe e di attacco deliberato agli
extracomunitari, non lasciava dubbi. Questo
ha dato la stura a duri giudizi di condanna
da parte dell’intellighezia di sinistra.
Il giorno dopo il quotidiano
Repubblica
titolava « Raid neonazista al Pigneto» e
denunciava con sdegno «la nuova aria che si
respira nella capitale, intrisa di violenza
xenofoba».
Padellaro, direttore dell’Unità,
a chi negava la matrice politica del fatto
rispondeva che «nulla è più politico del
vento fetido della violenza di strada che si
organizza in giustizieri della notte e bande
di energumeni dediti alla pulizia etnica e
di ogni altra diversità dalla pura razza
ariana».
Altri giornali illuminati
hanno espresso giudizi sommari anche
peggiori.
E i presunti «rappresentanti
del popolo» non sono stati da meno. Ecco
alcuni esempi:
Paolo
Ferrero di Rifondazione: «Non
rassicurano le parole del sindaco Alemanno,
che cerca di nascondere la matrice politica
della violenza subita da diversi cittadini
inermi e dagli immigrati al Pigneto e
altrove. Se si è trattato di delinquenza,
come sembrano sostenere gli organi
investigativi? Di certo di tratta di una
violenza neofascista, se non direttamente
nazista.
Massimo
D’Alema: «Lo Stato deve reagire
con fermezza a questi episodi di matrice
neonazista organizzati.
Marco
Rizzo del PDCI: «Avanza con
prepotenza a Roma e in Italia un forte vento
di destra. E’ la tempesta ideologica che ha
minato la nostra società, è il vento del
razzismo e dell’intolleranza che vorrebbe
cancellare la storia e imporre un nuovo
regime in cui le libertà personali sono
compromesse».
Piero
Fassino: «Tutti riflettano su
quali drammatici guasti può provocare un
clima nevrastenico di criminalizzazione
degli immigrati».
Walter
Veltroni: «Si dice che non c’è
stata matrice politica: non ci sarà stata,
ma sulle sciarpe di uno di loro, come ha
riferito un testimone, c’era una svastica».
Claudio
Fava di Sinistra democratica:
«Sarebbe grave sottovalutare il raid
violento del Pigneto o derubricarlo ad un
esempio di folklore fascista. Questi
pestaggi immotivati contro immigrati inermi
raccontano di un clima da «liberi tutti»,
che la stretta repressiva di questo governo
sta provocando».
Piero
Marrazzo governatore del Lazio:
«Roma è una città aperta e multiculturale
che non ha nessuna intenzione di lasciare
spazio a drammatici episodi di razzismo e
intolleranza e di rivivere anni bui e
dolorosi di un passato che vogliamo
definitivamente vedere alle nostre spalle».
Oliviero
Diliberto del PDCI: «Il raid al
Pigneto è il frutto avvelenato del clima
xenofobo indotto dalle politiche del
governo. E’ una violenza di gravità inaudita
ma chi semina odio dovrebbe avere il buon
gusto di tacere a risparmiarci ipocrite
parole di condanna».
Bene, bravi. Peccato che
abbiano fatto i conti senza l’oste.
Purtroppo per loro si è
consegnato alla Digos il signor Chianelli,
l’autore del raid, che ha tranquillamente
dichiarato. «La politica non c’entra un
c***o » e «Al Pigneto sono stato io, non
chiamatemi razzista.
Sono di sinistra, basta schifo
nel quartiere».
Spiega infatti che la sua ex
moglie era stata derubata del portafoglio ed
un amico extracomunitario gli aveva detto
che se voleva recuperare soldi e documenti
doveva rivolgersi al negozio di un indiano
di Via Macerata, punto di riferimento di
spaccio e ricettazione. Non avendo avuto
soddisfazione, ha deciso di vendicarsi.
Punto e
basta.
Davanti a queste affermazioni
ed al tatuaggio del CHE sul braccio del
Chianelli, era un po’ difficile girare le
carte in tavola. Difficile far passare il
Che per una svastica.
Ora che tutti sono a
conoscenza della verità, la rilettura di
quanto costoro hanno affermato, dà un chiaro
esempio di pregiudizio ottuso e di
limitatezza mentale. E questo proprio da
parte di coloro che dovrebbero o meglio
vorrebbero essere il fior fiore delle
«menti» italiche.
Solo dei boccaloni? No,
troppo semplice. Questa è gente in malafede
che sfrutta ogni pretesto, senza alcuna
verifica, pur di attaccare la parte politica
avversa.
Un fatto isolato? No, solo un
caso eclatante che prevale su altri numerosi
casi di pregiudizio strisciante e ipocrita.
L’aver perso una grande
occasione per tacere non è certamente indice
di vivace intelligenza. E con questa bella
figura la sinistra è scesa di un altro
gradino nella considerazione pubblica.
Continuate così, cari cialtroni.
PS: La Sinistra Critica, «per reagire al
clima razzista», il 30 maggio proietta al
Pigneto il documentario «Nazirock».
Nessuno li ha informati?
Direi piuttosto che «per reagire a un clima
di ottusità» servirebbe una Sinistra
Autocritica.