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LE PARTI IN
ROSSO SONO STATE TAGLIATE DALLA REDAZIONE E NON
PUBBLICATE |
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I PADRONI DI BIAGI
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03 giugno 2006 |
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Il signor Biagi Enzo, su Repubblica, afferma
che la scelta di Letizia Moratti come
sindaco di Milano dimostra che i milanesi
vogliono essere amministrati dai padroni.
La sua poco felice affermazione in pratica
paragona i milanesi a dei somari.
Mi risulta che anche lui abbia sempre avuto
un padrone, per sua scelta, poiché non ha
mai avuto il coraggio di investire in
proprio.
Solo un ipocrita può dimenticare che sono
stati proprio i cosiddetti padroni a creare
una città che a livello economico è la più
importante d'Italia e l'unica che può
competere in Europa.
E poi mi chiedo: sono più padroni coloro che
magari lavorano 12 ore al giorno con le
mani e faticano a pagare le scadenze di fine
mese o coloro che sono dipendenti per tutta
la vita e con la penna riescono ad
accaparrarsi qualche milione di euro? |
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ESTATE INVERNALE |
03 giugno 2006 |
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Da anni leggo periodicamente le
dichiarazioni di "esperti" che ci spiegano
come l'effetto serra, causato dagli
insediamenti umani, porterà all'aumento
della temperatura della terra con relativo
scioglimento dei ghiacci, innalzamento delle
acque marine e conseguente sparizione delle
città costiere.
Un quadro apocalittico che si scontra
decisamente con la realtà di questa estate
2006. Infatti a giugno ci ritroviamo con
delle temperature invernali.
Allora le cose sono due: o questi esperti
hanno anche facoltà divinatorie ed hanno
previsto eventi che si verificheranno fra
qualche centinaio di anni, e guardando alla
genesi della terra a queste previsioni ci
arrivo anch'io, oppure hanno semplicemente
cercato di giustificare i loro stipendi
diffondendo notizie di impatto certo
sull'opinione pubblica. |
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IL CASO D’ELIA |
06 giugno 2006 |
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Tra i vari punti di vista sull'opportunità della
presenza in parlamento di Sergio D'Elia, ho
letto opinioni che forse non affrontano il
problema nel giusto verso. Non ho nessun
pregiudizio nei confronti di coloro che,
scontata la pena e pagato il debito con la
società, rientrano a pieno titolo nei
diritti previsti per ogni cittadino.
Il dubbio si pone quando questo cittadino,
democraticamente eletto alla Camera, assume
un incarico che esula dal mandato elettorale
e riveste un ruolo di rappresentanza non più
politica ma istituzionale. In questo caso
bisogna, a mio avviso, considerare anche la
degnità e quindi mi trovo in completo
disaccordo con l'ex ministro Biondi, poiché
ritengo che D'Elia possa tranquillamente
diventare direttore di giornali, società ed
altro, ma non possa rappresentare i
cittadini italiani in nessuna istituzione.
Sarebbe forse Biondi disposto ad appoggiare la
candidatura a Presidente della repubblica di
un ex ergastolano graziato? Già provo un po'
di vergogna al pensiero che la più alta
carica sia stata assegnata ad un
fascista/comunista, ora primo cittadino
italiano nella comunità internazionale.
Forse non è il caso di insistere. |
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lettera pubblicata da
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LA LEGGE
Si deve applicare non interpretare |
10 giugno 2006 |
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Piero Ricca aveva apostrofato Berlusconi con un
"buffone" e la Cassazione lo ha assolto
affermando che si deve interpretare come un
invito a rispettare le leggi.
A me sembrava del tutto evidente che lo scopo del
Ricca era quello di inviare un messaggio di
offesa e disprezzo. Ma, se mi sono
sbagliato, credo che i membri di questa
Corte non avranno nulla da obiettare se
approfitto del contesto per inviare loro
questo messaggio:
"Buffoni (in senso
esortativo), il vostro compito è
quello di applicare le leggi, non quello di
interpretarle". Non capisco infatti come sia
possibile che in tre gradi di giudizio,
senza ulteriori dibattiti, vengano
normalmente emesse tre diverse sentenze.
E' evidente che i giudici
ritengono che le nostre leggi siano
opinabili. Questo succede perchè molti
magistrati interpretano il loro ruolo come
una missione divina e si calano nella parte
con atteggiamenti che possono sfiorare il
ridicolo. Ormai solo questi "servitori della
legge" si presentano in certe occasioni
adornati di ermellino. I re hanno rinunciato
da tempo. E ricordo anche un noto
magistrato sul cavallo bianco con spada.
Forse è giunto il momento di sottoporre la
magistratura giudicante ad un periodico test
psico-attitudinale.
Ogni cinque anni devo rinnovare la patente per
verificare che io non sia in condizioni di
recare danno a qualcuno. Loro possono recare
danni a molti. |
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A TUTTO C’E’ UN LIMITE |
12 giugno 2006 |
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Noto che fortunatamente anche a sinistra c'é un
limite alla follia.
Di fronte all'ipotesi di eleggere Lidia Menapace
presidente della commissione Difesa del
Senato, un franco tiratore ha provocato la
bocciatura della signora, con il malcelato
sollievo di alcuni eletti di centro
sinistra. La sua estemporanea uscita sulle
Frecce tricolori, definite inquinanti, e
sulla Nato, considerata inutile, ha fatto
capire a tutti che essere una ex partigiana
non significa necessariamente avere il ben
dell'intelletto e che arrivare a ottantadue
anni non significa necessariamente avere
acquisito buon senso e saggezza.
Leggo che la signora Menapace nella sua vita ha
svolto il ruolo di insegnante. Mi
chiedo quali insegnamenti hanno potuto avere
quei poveri ragazzi. |
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UN SILENZIO ASSORDANTE Lettera a di Pietro |
16 giugno 2006 |
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Egr. Signor Di Pietro,
ho seguito per mesi la sua crociata
contro le candidature al parlamento di
pregiudicati e persone sottoposte a giudizio
penale durante il governo precedente. Mi
aspettavo quindi una netta presa di
posizione sui candidati presentati dai suoi
"compagni" e soprattutto una ferma e
clamorosa opposizione alla nomina a cariche
istituzionali di persone indegne di
ricoprire tali cariche. E lei sa bene a chi
mi riferisco.
Ebbene? Un silenzio assordante.
Quando ha iniziato la sua opera in tangentopoli ero
dalla sua parte. Poi conoscendo anche un po'
di retroscena ho cominciato ad avere dei
dubbi. Ora il suo comportamento mi delude
perché credo di ravvisare solo ambizione,
opportunismo ed ipocrisia.
Probabilmente ha iniziato il suo compito con le
migliori intenzioni, ma come si dice,
l'inferno di buone intenzioni ne è
lastricato. |
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PROGRAMMI DI GOVERNO |
17 giugno 2006 |
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Il nuovo governo è da poco installato e quindi non
ancora pienamente operativo.
Abbiamo comunque avuto modo di conoscere alcuni dei
progetti che rientrano negli obiettivi di
suoi parlamentari ed arrivati alle nostre
orecchie: l'abolizione della legge Biagi che
ha favorito molte assunzioni, la riduzione
del cuneo fiscale riservata solo alle
imprese miliardarie, l'affidamento di
cariche istituzionali a ex detenuti o
estremisti, la messa in libertà di ex
terroristi e di un numero imprecisato di
delinquenti, il blocco dei programmi di
rinnovamento di un sistema scolastico
antiquato, il blocco del rinnovamento del
sistema giudiziario pietrificato dai
tempi del Codice Rocco, la legalizzazione
dei matrimoni gay, l'eliminazione delle
frecce tricolori e dell'esercito, l'uscita
dalla Nato, la legalizzazione della
coltivazione e del consumo delle droghe, la
creazione di centri assistiti per
l'assunzione di droga, l'apertura delle
frontiere agli immigrati, l'aumento delle
tasse in genere e di IVA, IRAP e ICI in
particolare, il ripristino della tassa di
successione, il blocco alla realizzazione
del ponte sullo stretto ed altri che ora mi
sfuggono.
Di programmi a favore dei cittadini e delle
relative famiglie, niente.
Obiettivamente non credo che siano queste le
aspettative degli elettori del centro
sinistra. E la conferma viene anche dalla
stampa straniera, che considera i primi
passi del governo semplicemente ridicoli, e
da importanti esponenti di giornali ed
organizzazioni nazionali simpatizzanti di
sinistra che già storcono il naso.
Probabilmente l'odio viscerale nei confronti di
Berlusconi ha accecato molti elettori che
ora hanno il dubbio di essere caduti dalla
padella nella brace. |
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lettera pubblicata da
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VITTORIO
EMANUELE
Speriamo che sia colpevole
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18 giugno 2006 |
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Il caso Vittorio Emanuele, arrestato per traffico
di armi, favoreggiamento della
prostituzione, ecc., mi lascia molto
perplesso.
Sembra che le armi si riferiscano al suo fucile
fatto passare di nascosto alla dogana
Svizzera.
Per al prostituzione, la presentazione di gentili
signorine che vogliono far carriera, ai
potenti di turno, mi ricorda una
consuetudine in vigore da sempre.
A questo punto devo sperare che sia colpevole e
condannato. Diversamente resteremo con la
solita farsa giudiziaria all'italiana: un PM
del genere easy rider arrivato all'onore
della cronaca, una assoluzione perché il
fatto non costituisce reato ed una
esorbitante richiesta di danni allo stato.
E noi paghiamo. |
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PROGRAMMI DI GOVERNO |
20 giugno 2006 |
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Mi voglio complimentare per il contraddittorio
contenuto nei due interventi pubblicati in
prima pagina.
Trovo giusto ospitare opinioni diverse ma, per
avere un quadro delle situazione, è
importante che abbiano anche un po' di buon
senso.
Quando Alberto Mingardi afferma che i favori pro
carriera, elargiti ai potenti RAI dalle
varie letterine, rispecchiano lo stile della
destra, rimango allibito. Anche perchè poi
si contraddice affermando che anche i
sinistri lo fanno, ma tirando le tende.
Io preferisco che le tende rimangano aperte visto
che parliamo di enti pubblici.
A meno che lui non giustifichi le "porcherie" a
patto che vengano gestite con lo stile
ipocrita della sinistra. |
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LA COSTITUZIONE ITALIANA |
22 giugno 2006 |
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Sento frequentemente parlare della nostra
costituzione come di un testo sacro ed
intoccabile. Addirittura l'ex presidente
Ciampi l'ha definita come la sua Bibbia. A
me sembrano affermazioni del tutto retoriche
e piene di supponenza.
Sappiamo benissimo che la Costituzione italiana è
stata scritta con la mano sinistra in un
momento carico di sentimenti e di
risentimenti che non consentivano la
serenità necessaria per stilare un testo
veramente obiettivo e democratico. Le
esigenze del tempo forse lo esigevano, ma
dopo quasi sessantanni ritengo sia giunto il
momento di rimetterci mano.
E che sia il caso di farlo lo testimoniano le tante
incongruenze che contiene. Già all'Articolo
1 siamo completamente fuori dalla realtà:
"L'Italia è una Repubblica democratica,
fondata sul lavoro". Qui la matrice
comunista che esalta il totem del lavoratore
è evidente. E' anche evidente il fatto che
una nazione non si può fondare sul lavoro,
comune in tutto il mondo, ma su dei fattori
molto più aggreganti come la lingua, il
territorio, la religione, la storia, la
volontà del suo popolo.
Un altro esempio è l'Art. 3 che recita "Tutti i
cittadini hanno pari dignità sociale e sono
eguali davanti alla legge, senza distinzione
di sesso, di razza, di lingua, di religione,
di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali". Non è vero, perchè le
Disposizioni transitorie, che qualcuno
ritiene definitive, vieta la
riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del
disciolto partito fascista.
Premesso che non simpatia per nessun estremismo,
non vedo perchè si debba mantenere questa
discriminazione che, di fatto, non permette
ancora all'Italia di essere una vera
democrazia dove tutti i cittadini hanno
uguali diritti di opinioni personali e
politiche e di manifestarle nel modo che
credono. |
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lettera pubblicata da
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IL "NO"
DEI GESUITI
Un’invasione di campo |
22 giugno 2006 |
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La federazione che rappresenta i Gesuiti ha
diffuso una indicazione di voto sul
referendum per la riforma della Costituzione
invitando a votare “No”.
Ciò dimostra che i Gesuiti o chi per loro,
non si occupano solo di problemi religiosi
ma esprimono orientamenti sociali e politici
allo scopo di condizionare le scelte della
comunità.
Certamente Dan Brown nel libro “Il Codice da
Vinci” ha esagerato nel coinvolgerli in
trame oscure ma questo fatto conferma che
comunque si occupano di cose che non li
riguarda. |
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DEVOLUTION |
23 giugno 2006 |
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Sembra che la possibilità di dare maggiori
autonomie alle regioni spaventi molti
personaggi politici che auspicano la
vittoria del no al prossimo referendum,
prospettando, in caso contrario, uno
sconvolgimento all'assetto nazionale.
Le regioni autonome, come è noto, sono nate con la
costituzione, la quale concedeva l'autonomia
amministrativa e legislativa alle regioni
Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta, Friuli,
Sardegna e Sicilia. Io ho vissuto
personalmente l'evoluzione economica e
sociale di una di queste regioni per
cinquantanni e posso testimoniare che questa
autonomia, che comprende tutte le
prerogative che oggi si vorrebbe
delegare alle altre regioni italiane, ha
dato frutti eccezionali portando ad uno
sviluppo del territorio proporzionalmente
molto superiore alle altre regioni.
Forse con una eccezione: la Sicilia. Ma questo
dimostra soltanto che il problema non è la
devolution ma il sistema di gestione della
cosa pubblica. |
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PREMIO STREGA ALLA COSTITUZIONE |
24 giugno 2006 |
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Oscar Luigi Scalfaro, che mi richiama sempre alla
mente l'immagine del sepolcro imbiancato, ha
ritirato il premio Strega per la
Costituzione. Quando studiavo, ero convinto
che questo documento fosse una cosa seria,
scritta da persona degne della massima
fiducia, per definire le basi su cui è
costruire la Repubblica Italiana ed al quale
far riferimento per legiferare. Oggi
apprendo che non è cosi: è una raccolta di
poesie, un poema, un romanzo e non è stata
scritta da rappresentanti del popolo ma da
un gruppo di artisti. Tant'è vero che, dopo
la consegna del premio, sono stati recitati
alcuni Articoli come fosse la Divina
Commedia. Se non fosse un fatto reale direi
che è stata una burla. Forse aveva proprio
ragione Gaetano Salvemini che ha definito la
nostra costituzione scritta da cretini.
Anche quanto ha detto Jefferson dovrebbe
fare riflettere: le mani dei morti non
possono tracciare il cammino dei vivi.
Purtroppo i nostri vari sepolcri imbiancati
hanno perso il contatto con la terra e si
librano come angeli nel cielo della follia. |
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IL MANIFESTO CHIUDE? |
30 giugno 2006 |
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Terminato l'effetto Sgrena che gli ha
dato un po' di visibilità gratuita, il
giornale "Il Manifesto" dichiara di essere
in difficoltà economiche e chiede aiuto. Dal
momento che chi ci lavora lo fa con uno
stipendio popolare, la crisi deve essere
causata dalle vendite modeste che neanche i
sinistri estremi sostengono. Spero che la
richiesta non venga rivolta al nuovo governo
perché non vedo motivo di intervenire con i
soldi degli italiani per finanziare
ulteriormente quello che sarà anche un
servizio pubblico ma che non interessa quasi
a nessuno. |
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