Egr. Signor Direttore,
le scrivo non per chiedere una
pubblicazione, ma solo per esprimerle la mia
indignazione.
Sono un lettore del Corriere da decenni e ho
sempre difeso a spada tratta questo
quotidiano, da me ritenuto il più
equilibrato sulla piazza, poiché ospita
articolisti ed opinionisti di diversa fede
politica permettendo ad ognuno acquisire
informazioni e crearsi opinioni abbastanza
obiettive.
Da un po' di tempo a questa parte però
spunta periodicamente una specie di spazio
dedicato unicamente ad esprimere un rancore
personale represso, intriso di distorsioni
della verità che rende questi articoli degni
di essere pubblicati sull'Unità.
(Strettamente personale di Enzo Biagi).
Non penso che il Corriere abbia bisogno di
questa firma per consolidare il suo
prestigio poiché ormai esprime solo
vaneggiamenti, dileggio gratuito, pessimismo
e odio, senza mai entrare in approfondimenti
o critiche serie.
Come avrà capito mi riferisco all'opera del
signor Biagi, forse a suo tempo buon
giornalista, ma ora ridotto all'ombra di se
stesso.
Non spero che il Corriere si priverà della
sua opera a breve, magari ci penserà la
natura.
Continuerò a leggervi quotidianamente, ciò
nonostante.
Cordiali saluti. |