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CONCERTO LIVE 8
Megaconcerto e la fame … |
3 luglio 2005 |
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Leggendo le cronache dei concerti Live 8 ho
trovato un accenno relativo al rimborso
spese dei cantanti: Ma come? Questi chiedono
ai governi di cancellare i debiti dei paesi
poveri (sono soldi nostri prestati che non
verranno restituiti), di contribuire alla
raccolta di fondi per gli stessi paesi e poi
non si accollano neanche le loro spese
personali?
Ma non provano un po' di vergogna?
Forse è
meglio che continuino a cantare lasciando
risolvere i problemi dell'Africa
innanzitutto agli africani e poi ai governi
che soli possono attuare una politica
internazionale a loro favorevole, senza
tante piazzate. |
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Risponde Mattias Mainiero (vedi
SCAMBI DI OPINIONI) |
Leggi la realtà della situazione africana
in "AFRICA AIUTI
INUTILI" |
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UNA SOLUZIONE Problemi di
natalità |
4 luglio 2005 |
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E’ opinione comune che uno dei fattori della
diminuzione della natalità infantile in
Italia è collegato al timore dei costi che
la scelta di avere un figlio comporta. A
fianco a me vive un extracomunitario con
regolare permesso di soggiorno a cui,
comunque, cerco di dare una mano.
Questi, oltre alla moglie, ha cinque figli e
perciò il comune di residenza, in
aggiunta agli assegni familiari,
contribuisce al pagamento dell'affitto, ha
assegnato due borse di studio ai figli
grandi, ha elargito contributi per
libri, mensa e bus ed ha messo in
graduatoria la domanda per l'assegnazione di
un'abitazione popolare.
Ora mi chiedo: se ad una giovane coppia
italiana che si sposa venisse consegnata una
cartella contenente un buono per la nascita
di ogni figlio, un contributo per spese di
affitto, buoni per mense scolastiche, buoni
per autobus, buoni per libri e quaderni,
borse di studio e, al raggiungimento di 3/5
figli anche un alloggio popolare garantito,
non credete che il problema della natalità
italiana subirebbe una brusca inversione di
rotta? |
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ANTITERRORISMO
Senza sicurezza non c’è libertà |
15 luglio 2005 |
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Contro le leggi speciali invocate per far
fronte al rischio di attentati, un lettore
ha riportato il pensiero di Benjamin
Franklin "Chi rinuncia alla libertà per
raggiungere la sicurezza, non merita né la
libertà né la sicurezza".
Evidentemente ritiene che siccome l'ha detto
lui è da considerare una certezza
indiscutibile.
Il mio pensiero è invece che se la libertà
non ha la sicurezza per poter esercitare
questo principio, non serve a nulla.
E questo, probabilmente, è anche il pensiero
delle vittime di Londra.
(degli attentati terroristici). |
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TURISTI PAGATI |
19 luglio 2005 |
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Nell'ultima puntata del programma
televisivo di "Turisti per caso" ho notato
una netta variazione di rotta in questo
programma che parlava piacevolmente di
turismo ed ora ha assunto un ruolo di
testimonial politico-ideologico.
In particolare l'intervista con un medico
di Emergency che opera in un centro
specializzato per i traumi causati dalle
mine, mi ha infastidito. Questi, reduce
dall'Afganistan dove, come è noto, le mine
sono di origine russa e lamentando la
mancanza di medici in Cambogia, perchè
eliminati da Pol Pot, la cui matrice rossa è
indiscutibile, dichiarava tranquillamente
che lui pensava a curare mentre a fare la
guerra ci pensano gli americani (quali?).
L'evidente contraddizione tra la sua
opera ed il suo pensiero, mi fa ritenere che
costui, probabilmente ottimo medico al
servizio di tutti coloro che hanno bisogno,
dovrebbe evitare riferimenti politici,
ideologici e pregiudiziali, che portano me e
forse anche altri a sminuire il suo operato.
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PERSEVERARE E’ IDIOTA |
22 luglio 2005 |
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Gli ultimi fatti di Londra
(attentati terroristici) e le
dichiarazioni e gli intenti di alcuni nostri
politici mi hanno portato ad amari presagi.
l'Inghilterra da tempo ha aperto le sue
frontiere ad una società multietnica, con
l'obiettivo di una totale integrazione,
permettendo l'insediamento di comunità che
conservano tradizioni, regole di vita e
leggi religiose.
Ora in Italia stiamo percorrendo la stessa
strada. Possibile che ciò che vediamo non ci
insegni niente? Il nostro obiettivo è quello
di ritrovarci nella situazione di Londra? A
parole si vorrebbe di no, ma nei fatti...
... errare è umano, ma perseverare è
diabolico (o forse semplicemente idiota). |
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NUCLEARE IN IRAN |
23
luglio 2005 |
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Nell'intervista a Giuliano Amato viene posta
la domanda su come comportarsi se l'Iran si
doterà del nucleare. Amato afferma che il
ricorso alla forza o alle sanzioni possa
portare ad effetti indesiderati. Conviene
invece esercitare pressione sulle esigenze
iraniane di investimenti esteri per ridurre
la disoccupazione giovanile. Mi sorprende
che Amato vista l'età e l'esperienza arrivi
a proporre questo rimedio.
Uno stato in cui la società civile è intrisa
di ideologie e fondamentalismi chi governa
ricerca solo il rafforzamento del potere e
la sottomissione ai dogmi. Ed anziché
preoccuparsi del benessere del popolo, si
oppone decisamente alla sua emancipazione.
In questi paesi tra il nucleare e
l'occupazione la scelta è scontata. |
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VICINI DI CASA |
28 luglio 2005 |
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Lo scoprire che i terroristi londinesi non
erano ignoranti abitanti di paesi del terzo
mondo ma cittadini britannici con titoli di
studio, con mogli e figli e normalmente
integrati nella società, mi ha lasciato
molto perplesso e non riuscivo a
capacitarmene. Poi ho letto la lettera del
signor Sulas, grondante odio e pregiudizi ed
ho capito che può succedere a chiunque di
abitare fianco a fianco ad una persona
apparentemente normale, ma in realtà
profondamente marcia.
Costui scarica le colpe di tutto ciò che
succede nel mondo al nostro governo ed al
vostro giornale
(Libero). Identifica poi il problema
italiano nella mafia e nei suoi amici. Mi
sembra una tesi da asilo d'infanzia. Ma se
così fosse, gli suggerirei di inviare
analoga lettera all'Unità, poiché durante il
governo di sinistra, la stessa mafia non ha
fatto un passo indietro. Forse anche da
quella parte aveva degli "amici"?
Vi attribuisce
(a Libero) anche una chiara matrice
razzista. Evidentemente si ritiene di una
razza diversa ed io concordo. Forse la razza
equina? |
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RIVOLUZIONE I
problemi di Cuba: il pranzo e la cena
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30 luglio 2005 |
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Ho letto dell'ultima strategia di Fidel
Castro (eliminare le lampadine) per
continuare ad arrancare nella luminosa
strada della rivoluzione. Nonostante tutti i
proclami, i finanziamenti stranieri (ora
terminati) e le grandi strategie per
l'autonomia economica oltre che politica
cubana, il paese è sempre alla fame.
Non per niente un famoso scrittore cubano ha
scritto che sono stati risolti i problemi
dell'istruzione e della cura sanitaria;
restavano soltanto da risolvere i problemi
del pranzo e della cena.
Anche l'invasione del capitalismo (turismo e prostituzione) è
stata gestita sottotono o addirittura
nascosta per non contraddire uno dei
proclami della rivoluzione che voleva
eliminare il bordello americano (ora
mondiale).
A Castro non resta forse che tentare un
ultimo grande balzo per salvare il suo
socialismo: insegnare al suo popolo a
mangiare merda. Forse ciò convincerà loro a
dire basta. |
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