Se per la politica non è più il tempo
delle ideologie, è di nuovo il tempo delle
idee.
Ciò che distingue il centrodestra dal
centrosinistra è l’idea di una società in
cui a prevalere siano gli individui, le
persone, con le loro libertà, le loro
responsabilità e i loro meriti; dove il
mercato, dei beni come delle idee, prevalga
sullo Stato.
L’idea di una società basata sul rifiuto
di ogni costruzione sociale che imponga
dall’alto uno schema di valori e di
soluzioni. L’idea di un paese ancorato,
anche nelle scelte politiche internazionali,
ai valori della propria identità
“occidentale” di cui sono parte integrante e
costitutiva quelle conquiste civili, eredità
dell’umanesimo liberale e cristiano, che
oggi marcano la distanza rispetto alle
culture teocratiche e autoritarie.
Ci riconosciamo in un centrodestra che è
liberale innanzitutto perché è
antistatalista. Sulle questioni “eticamente
sensibili”, concordiamo sulla necessità di
una seria riflessione sui limiti della
scienza applicata.
Ma non pensiamo che, su questi temi, la
politica liberale possa assegnare ogni
potere allo Stato, senza riconoscere alcun
diritto alla libertà dell’individuo. Il
centrodestra non può contrapporsi allo
statalismo economico e civile, e costruire
allo stesso tempo un fronte compatto a
difesa dello “statalismo etico”. Questo
sarebbe un errore di carattere culturale,
storico, politico ed elettorale.
Il rapporto fra tradizione e innovazione,
anche nel campo delle convinzioni morali e
dei comportamenti privati, può meglio
svilupparsi sul piano del conflitto delle
idee e del mercato delle soluzioni e non su
quello della “conquista dello Stato”.
Tutto ciò non pregiudica, anzi esalta, il
ruolo pubblico e attivo della tradizione,
anche religiosa, proprio perché non la priva
di occasioni di verifica reale, e non ne
affida una artificiosa immutabilità alla
tutela della legge.
Scelgono Forza Italia e la Cdl milioni di
antistatalisti, “cattolici” o “laici”, che
sulle questioni etiche hanno idee e
posizioni che incontrano sempre, salvo
eccezioni, l’ostilità del centrodestra.
Milioni di persone che, come noi, sono
favorevoli, o non ostili a priori, alle
unioni civili omosessuali, alla ricerca
scientifica sugli embrioni soprannumerari
destinati comunque alla distruzione, al
testamento biologico o a una
regolamentazione dell’eutanasia, a una
legislazione sulla droga che non alimenti la
mafia e la violenza.
E che lo sono, come noi lo siamo, per
ragioni quasi sempre diverse da quelle
genericamente e scontatamente “di sinistra”.
A tutti loro una coalizione compattamente
schierata su politiche d’ispirazione
confessionale per i temi etici finirebbe per
chiudere la porta in faccia.
Un centrodestra, moderato ma liberale,
senza un’anima libertaria finisce per essere
zoppo politicamente ed elettoralmente.