Imbecille del giorno
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IMBECILLE

"Imbecille" non è propriamente un insulto. Deriverebbe dal latino in- (prefisso con il significato di “con”) e bacíllum o bàculum

(“piccolo bastone”). Denota quindi una persona debole, malferma sulle gambe, obbligata ad avvalersi di un sostegno e,

soltanto per estensione, debole di mente.

 
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 IL GALLO CEDRONE DIVENTA UN PICCIONE
"Italo Bocchino - il fico - mollato da Sabina Began proprio come una pelle di fico"

settembre 2011

SABINA e ITALO Dopo averlo sentito tuonare in Parlamento e rilasciare interviste feroci ai giornali, tutto ci si poteva aspettare tranne che sentirlo balbettare dietro una gonna. Eppure è successo.
Dopo la separazione dalla moglie aveva colto al volo l'Ape Regina della politica Sabina Began del Pdl. Sembrava la conquista sprezzante e virile di un gallo cedrone che si prende ciò che vuole. Ma stavolta ha fatto la figura del piccione.
Sabina racconta a Vanity Fair come nacque la loro "relazione affettuosa": "Ero molto titubante, gli ho detto: Tu odi Berlusconi che invece io adoro. Non credo che potremmo frequentarci. Ma lui ha replicato: Non lo odio, anzi lo stimo e sono come lui". "Credo che Italo non avesse nessuna intenzione di riavvicinarsi al premier, voleva solo farsi un po' di pubblicità: gli piace accreditarsi come latin lover. E ho avuto la sensazione che i paparazzi fossero ben informati sulle nostre uscite". Una storia durata poco e finita male.
E così, dopo essere stato mollato, Italo comincia a tempestare Sabina con patetici SMS che Sabina ha conservato e passato alla rivista: "All'improvviso mi aggredisci senza ragione. Io mi sono aperto con te, sto bene con te e mi piaci. Ma sono sensibile e quando mi tratti male soffro". Oppure: "Mi vuoi perché te lo chiedo io o perché mi desideri?". E ancora: "Sono entrato in casa e con tristezza penso di aver rovinato un'amicizia per cose superficiali". Italo non si da pace e continua a scrivere messaggi su messaggi al cellulare della dama.
Ma lei non ne vuole più sapere e così dichiara: "Deve lasciare in pace me e il mio telefono".
bocchino
Questo è l'uomo politico che voleva far le scarpe a Gianfranco Fini per arrivare magari alla Presidenza del Consiglio. Un grande statista pronto a rinnegare se stesso per il solito pelo di f...
La sua spocchiosa arroganza esibita in pubblico crolla miseramente nel privato per mostralo come realmente è: proprio un perfetto IMBECILLE.
 
  CASINI DIFENDE LE COOP
"Giusto agevolare chi produce lavoro" 

settembre 2011

P. F. CASINI Secondo Casini il provvedimento contenuto nella manovra finanziaria che riduce le agevolazioni fiscali riservate alle Coop «È un provvedimento senza padri né madri, un insulto agli italiani...» e chiede di «rimuovere l’ingiusto prelievo sulle cooperative. Una scelta scellerata».
E aggiunge che: «il provvedimento del Governo vessa ingiustamente un settore che produce lavoro, fa da diga contro la disoccupazione ed è un elemento di mutualismo e produttività. Solo nella provincia di Bologna il movimento cooperativo nel suo complesso dà lavoro a oltre 60mila persone».
Evidentemente per Casini il milione di partite IVA che ci sono in Italia da cui deriva lavoro per 22 milioni di persone non hanno diritto alle stesse agevolazioni.
Per il codice civile italiano, una società cooperativa è una società costituita per gestire in comune un'impresa che si prefigge lo scopo di fornire innanzitutto agli stessi soci (scopo mutualistico) quei beni o servizi per il conseguimento dei quali la cooperativa è sorta.
Ma chi sono oggi i soci delle Coop? Poveri lavoratori che collaborano per guadagnarsi il pane? Macché, sono migliaia di persone che sono solo soci formali del tutto estranei alla vita societaria ed alla sua amministrazione. Soci che servono soltanto per la raccolta di prestiti sociali con cui le Coop si autofinanziano ad interessi ridicoli nei confronti di tutte le altre attività imprenditoriali italiane verso le quali attuano in tal modo una concorrenza sleale, che comunque non comporta più neanche dei prezzi competitivi sul mercato.
La Coop Italia con un fatturato di oltre 12 miliardi di euro non rientra più negli scopi di mutualismo che giustificano i privilegi fiscali, e non solo, di cui gode. Copre il 20% della distribuzione nel suo settore in Italia ed arriva al 50% in regioni come Emilia e Toscana, più di una multinazionale. E continua ad aprire centri commerciali a discapito delle piccole attività che sono costrette a chiudere e lasciano molte persone sulla strada. Ormai queste società cooperative non corrispondono più agli intenti mutualistici pretesi dalla Costituzione e dal legislatore.
Pierferdy però è rimasto indietro di 50 anni e non ha afferrato bene la situazione. E così riesce soltanto a fare la figura del perfetto IMBECILLE.
 
 BOCCA ...  CHIUSA
L'ex duro e puro adesso ha paura a scrivere di Bersani 

settembre 2011

 GIORGIO BOCCA

«Un tempo mi sarei lanciato nella discussione: stavolta non l’ho fatto anche con un senso di paura».
Così dichiara al Fatto Quotidiano in riferimento alla faccenda Penati. Proprio lui che del suo ardimento fisico da partigiano, combattente impavido nelle formazioni di Giustizia e Libertà, e di quello verbale da scrittore e giornalista, attaccante senza paura dei potenti di turno, ha sempre fatto motivo di orgoglio.
Ma ora è successo l'imprevedibile: il duro e puro si è cacato nei pantaloni.
Le minacce di querele e di risarcimenti milionari (e magari d'altro non noto) pronunciate da Bersani all'alba della vicenda Penati hanno fatto vacillare le granitiche convinzioni sul diritto di cronaca di Giorgio Bocca.
Ma qualche cosa comunque gli è sfuggito:  «... vedo un’assoluta identità (fra il Pd e i tempi d’oro del Psi pigliatutto). Craxi diceva: i mariuoli ci sono ma i soldi servono ai partiti. L’unica cosa che si capisce da questa vicenda è che la sinistra è la stessa cosa della destra, quanto a onestà ». «Rubano tutti. Tutti i politici hanno lo stesso interesse: avere il potere e fare soldi. La via è comune».
E poi, conferma: «... mi sono ben guardato dallo scrivere articoli sull’argomento. Le querele volano e i giornali nemmeno ti sostengono. Un tempo mi sarei lanciato nella discussione, stavolta non l’ho fatto anche con un senso di paura».

bocca 
Con Berlusconi non ha avuto paura. Ma  si sa, in fin dei conti Silvio è un bonaccione. I cattivi veri sono tra i suoi compagni che conosce bene. Lui c'era nel dopoguerra al tempo delle rappresaglie sanguinarie; sa che il lupo perde il pelo ma non il vizio. E lui vuole vivere i suoi ultimi giorni in pace.
Questa è l'evoluzione di Giorgio Bocca: FASCISTA duro e puro, COMUNISTA moralmente superiore, CACASOTTO. Perfetto esempio di IMBECILLE.

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