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Due cose sono
infinite: l'universo e la stupidità umana.
Della prima non son
sicuro.
(Albert
Einstein) |
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Nella vita ognuno di
noi cerca di dare il meglio di se in ciò che
meglio gli riesce.
Ma alcuni di noi hanno
del talento che li colloca nella società ad
un livello superiore a quello delle persone
comuni. Se oltre ad avere talento sono
anche intelligenti, riescono a capire che
sono solo fortunati e che la loro eccellenza
è limitata e non unversale.
Altri invece sono
dotati di talento ma di scarsa intelligenza
ed è in questo caso che verificano fenomeni
incontrollati di |
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ALCUNI ESEMPI |
ROBERTO SAVIANO |
novembre 2009 |
Roberto Saviano ha scritto il libro Gomorra.
L’ho letto e mi è piaciuto perché descrive
una situazione molto significativa del
degrado della società campana. Direi che è un
ottimo reporter. Ma un romanzo è
un’altra cosa, ci vuole genialità,
non basta un elenco di fatti. |
Ecco perché, pur
riconoscendo della bravura a Saviano,
andrei cauto a definirlo uno
scrittore di successo o meglio di
talento.
In attesa del
secondo libro però, che mi potrà
smentire, il nostro ha pensato di
essere ormai talmente autorevole da
poter dare dei consigli, anzi da
poter inviare una pubblica e
perentoria esortazione al capo del
governo.
E’ del tutto
umano e comprensibile che un signor
nessuno, improvvisamente giunto alla
ribalta nazionale e coperto di elogi
sperticati possa montarsi un po’ la
testa ed assumere un ruolo che non
gli spetta. Comprensibile ma non
giustificabile.
Infatti scrive:
«Signor Presidente del Consiglio, io
non rappresento altro che me stesso,
la mia parola, il mio mestiere di
scrittore. Sono un cittadino. Le
chiedo: ritiri la legge sul
"processo breve" e lo faccia in nome
della salvaguardia del diritto. Il
rischio è che il diritto in Italia
possa distruggersi, diventando uno
strumento solo per i potenti, a
partire da lei.»
Non penso che un
cittadino qualsiasi, come Saviano
vuole definirsi, possa fare una
richiesta così pretenziosa. Se così
fosse, e qualcuno me lo conferma,
intendo anch’io fare una richiesta:
«Signor Presidente, capisco che la
legge sul cosiddetto «processo
breve» non abbia i carismi della
perfezione. Ma siccome questa
prerogativa non può essere vantata
da nessuna delle leggi italiane che
si prestano spesso e volentieri alle
«interpretazioni dei giudici», direi
che sia meglio valutare la volontà
che la ispira. Vada quindi avanti,
la faccia approvare e se serve ne
faccia pure un referendum. Sono
convinto che troverà più adesioni
delle 40.000 vantate dall’appello di Saviano».
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A Saviano invece vorrei
dire che prima di permettersi di tranciare
un giudizio così negativo è opportuno
riflettere sulle priorità che lo rendono
necessario, abbandonando i principi fatui e
le motivazioni dettate dai pregiudizi e
dalla superficialità, per soddisfare il
bisogno di giustizia che tutti definiscono
necessario ed impellente. Tenga presente
il signor Saviano, e questo vale anche per
tutti coloro che appoggiano ed approvano la
sua iniziativa, che le leggi che regolano la
società vengono promulgate in nome di un
valore primario: LA TUTELA DEL
CITTADINO.
Ricordi Saviano, e tutti
coloro che si stracciano le vesti
terrorizzati dalla paura che la legge possa
favorire Berlusconi, che il nostro sistema
giudiziario calpesta sistematicamente i
diritti di chi ha subito dei torti mentre da
ampie garanzie a chi i torti li ha commessi.
Anziché la scritta
«La legge è uguale per tutti»,
nelle aule di tribunale scriverei:
«Giustizia ritardata è giustizia negata».
Questo perché il cittadino che ha subito un
torto ha il sacrosanto diritto di ottenere
il riconoscimento delle proprie ragioni nel
minor tempo possibile.
D’accordo che è
necessaria la condanna del reo e la certezza
della pena. Ma anche questo principio è
comunque esercitato sempre per la
salvaguardia del cittadino. La giustizia non
può essere una punizione fine a se stessa,
ma la punizione viene applicata soprattutto
per la tutela del cittadino onesto.
Quindi le legge del
processo breve va esattamente nella
direzione della prima regola che deve essere
alla base di ogni legge. Visto che la
nostra magistratura non ha mai provveduto,
non provvede e, stando così le cose, non
provvederà mai ad applicare questo diritto,
l’unica strada da percorrere è quella di
obbligarla a farlo per legge e magari con
qualche sanzione per chi non provvede.
Non ci sono i mezzi? La
giustizia italiana batte ogni record (in
negativo): un numero di tribunali
spropositato, 1.300, che ci costa ogni anno
quasi 4 miliardi di euro. Segno evidente che
il rimedio non lo si può trovare nei
richiesti finanziamenti a pioggia, ma in un
più oculato uso del denaro pubblico ed in
regole di lavoro che siano più simili a
quelle che svolgono altri lavoratori meno
pagati e forse più utili.
Saviano si preoccupa
forse che non vengano sottoposti a processo
dei delinquenti che la farebbero quindi
franca? Sorvolando sull’ultima amnistia che
i suoi compagni hanno approvato, con la
liberazione di migliaia di delinquenti, ma
che non ha visto nessun suo reclamo scritto,
vorrei dargli una piccola informazione: nel
2008 in Italia circa 200 mila reati sono
caduti in prescrizione per il prolungarsi
dei processi. Un esercito di imputati che
invece di essere punito, se ne è andato
tranquillamente a spasso. L’informazione
proviene dall’Associazione nazionale per la
Giustizia.
Il sistema attuale porta
a questi risultati. Quindi di che si
preoccupa, peggio non è possibile.
Qualcuno ha mai sentito dire in un disputa.
«Fammi causa»? Questa sfida presuppone
chiaramente che chi ha la sventura di
avviare una causa, soprattutto civile, non
fa che offrire a chi è in torto la
possibilità di evitare ogni conseguenza alle
sue malefatte e che se proprio verrà una
sentenza negativa sarà a babbo morto.
Chi invece, ciò
nonostante, ricorre alla magistratura per
ottenere giustizia si ritrova normalmente
beffato. Non solo dai giudici che fissano le
udienze a cadenza annuale ma anche dagli
avvocati che di questa dilazione a oltranze
traggono grandi benefici economici (a quando
una legge sul patrocinio breve?).
Questa è l’immagine
della nostra giustizia che viene oggi
percepita dalla popolazione e i sondaggi lo
confermano. Forse Saviano non ha
esperienze personali in materia di
giustizia. Gli auguro di non aver mai
bisogno di far valere i propri diritti.
Probabilmente gli passerebbe la voglia di
fare simili appelli.
PS: Ciò che
scrivo è frutto di una amara esperienza
vissuta vent’anni fa sulla mia pelle. Dopo
anni di attività imprenditoriale sono caduto
in un raggiro commerciale. Allora ero ancora
ingenuo e per me la giustizia era una cosa
seria su cui si poteva fare affidamento. Ho
fatto quindi ricorso al tribunale con la
richiesta di un risarcimento danni
ampiamente quantificato e provato. Era
fondamentale per me ottenere una sentenza
veloce o meglio un «processo breve». Era
necessario per poter coprire gli impegni
finanziari che mi ero accollato nella
realizzazione del mio progetto. Ero
tranquillo: vinta la causa, recuperato il
danno, sistemato i conti. Ho attesa quasi
cinque anni. Ho resistito con tutte le mie
forze in attesa di giustizia. Ho preso degli
impegni senza ritorno contando di far fronte
con il risarcimento. E la sentenza è
arrivata, ma dopo 16, dico sedici, anni. A
babbo morto. O meglio dopo la morte della
mia azienda che è fallita e la perdita di
ogni mia proprietà oltreché della mia
immagine e della mia posizione sociale. Cosa
che mi ha costretto ad allontanarmi dalla
mia terra dove non sono ancora tornato.
Dimenticavo di dire che la causa vinta
prevedeva un risarcimento molto ma molto
consistente. E’ servito per pagare
l’onorario di 16 anni di duro lavoro del
curatore fallimentare.
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ULTIMA ORA
(dicembre 2009) |
Questo è uno stralcio di ciò che Saviano ha
dichiarato in una intervista rilasciata a
Panorama: "Maroni? Sul fronte
antimafia è uno dei migliori ministri
dell'Interno di sempre". "Ho sempre
fatto riferimento alla tradizione che fu
della destra antimafia: Borsellino si
riconosceva in questa tradizione". "Il
centrosinistra ha responsabilità enormi
nella collusione con le organizzazioni
criminali: le due regioni con più comuni
sciolti per mafia sono Campania e Calabria.
E chi le ha amministrate negli ultimi 12
anni? Il centrosinistra".
Evidentemente Saviano non ha perso
completamente il ben dell'intelletto e
riesce a capire le cose andando oltre i
pregiudizi e le ideologie. Gliene va dato
merito. |
ROBERTO
SAVIANO NON E' UN
EROE
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maggio 2010 |
Mio malgrado devo dichiararmi
d’accordo con Emilio Fede. Premesso
che ho letto il libro di Gomorra
scritto da Saviano e che mi è
piaciuto, premesso che non seguo i
TG di Fede perché non lo reggo per
più di qualche minuto, sottoscrivo
quanto Emilio Fede ha dichiarato in
uno dei suoi interventi: Saviano non
è un eroe. E non sono d’accordo
con Pietrangelo Buttafuoco, secondo
il quale Roberto Saviano sta facendo
una rivoluzione per liberare il Sud
dalla Mafia. Ma di quale rivoluzione
stiamo parlando? Se bastasse un
libro per sconfiggere la mafia,
allora la mafia sarebbe sparita da
tempo. Quanti libri di denuncia sono
stati scritti? Quanti film e
sceneggiati di denuncia sono stati
realizzati? Eppure mafia e camorra
sono ancora attivi e al loro posto.
Non dimentichiamo che la
denuncia Saviano non la fa ai
magistrati, ma scrivendo un libro di
successo che gli garantisce grandi
rientri economici e di immagine. Se
il suo intento era quello di
combattere, poteva limitarsi a
portare il materiale raccolto a chi
di dovere. Del resto ha scritto cose
note e arcinote aggiungendo dei
particolari che si è procurato con i
contatti giusti (?) o copiando
lavoro altrui. Ora viene minacciato
ed è seguito da una scorta. Se bastasse questo per essere eroe,
l’Italia sarebbe ingombra di eroi.
Molto magistrati devo sottostare a
questa limitazione della libertà
personale. Eppure non vengono
definiti eroi, non godono delle
prime file, non vengono lautamente
retribuiti, si accontentano di uno
stipendio. Non vengono definiti eroi
neanche agenti e carabinieri che
sono costretti ad operare con il
passamontagna per non subire
ritorsioni sulle famiglie, e questo
sempre per uno stipendio. Ha
ragione anche Berlusconi: le grandi
opere sulla mafia, non fanno che
diffondere nel mondo la parte
peggiore del nostro popolo al punto
tale che per molti siamo ancora e
solo dei mafiosi. Queste belle opere
oscurano le altre mafie sparse nel
mondo, seppur peggiori della nostra,
ed in definitiva servono solo a far
arricchire autori e registi, e a far
pavoneggiare quegli attori che si
atteggiano a difensori della
legalità dentro e fuori le fiction,
da perfetti idioti. Gli eroi sono
quelli che si oppongono alla mafia
mettendo a repentaglio il loro
lavoro, la loro famiglia e la loro
vita, normalmente nell’ombra e
nell’indifferenza dei media.
Saviano al massimo si può
considerare un buon scrittore,
mentre per definirlo grande
aspetterei di leggere un altro
romanzo di successo, visto che le
opere successive a Gomorra, sono
rimaste qualche gradino sotto.
Checché ne dicano i grandi pensatori
italiani la lotta alla mafia è
questa: - Negli ultimi due anni
oltre 5.000 arresti di malavitosi
delle varie cosche. - Arrestati
360 latitanti di cui 24 tra i 30 più
pericolosi. - Sequestrati 22.000
beni di proprietà di camorristi,
mafiosi e loro prestanome per un
importo mostruoso: 11 miliari di
euro. - Agenzia per la gestione
dei beni sequestrati con la finalità
di realizzare capitali da destinare
alle forze dell'ordine per
incrementare la lotta alla mafia.
Questi sono fatti, questa è la vera
rivoluzione, tutto il resto è
«cipria e belletto». A dire il
vero, un contributo, penso
involontario, alla lotta alla mafia
l’ha dato anche Saviano. Infatti nel
film tratto dal suo libro, hanno
recitato anche Salvatore Fabbricino,
Bernardino Terracciano e Giovanni
Venosa: attori nel film anticamorra
per eccellenza. Infatti sono stati
arrestati perché braccia operative
del clan. Comunque un contributo
modesto di fronte al lavoro della
magistratura, delle forze
dell’ordine e del governo in carica,
che si è nettamente staccato dalle
connivenze politiche mafiose
precedenti, le quali campavano sullo
status quo, e ha dato via libera
agli organismi preposti alla lotta
mafiosa normalmente abbandonati a
loro stessi e puntualmente con le
ali tarpate. Il ministro
dell’Interno, Roberto Maroni, ha
ricevuto al Viminale, il Premio
'Gerbera Gialla 2010' per l'impegno
nella lotta alla criminalità
organizzata. La ‘Gerbera Gialla’ è
il riconoscimento assegnato dal
coordinamento nazionale antimafia
‘Riferimenti’ - fondato nel ’95 dal
giudice Antonino Caponnetto - agli
esponenti della magistratura, delle
forze dell’ordine, delle professioni
e della società civile, che nel loro
lavoro e nelle loro attività si sono
distinti per l’impegno contro la
criminalità organizzata. Il premio
viene per la prima volta attribuito
ad un politico. Ho cercato fra i
premiati anche Saviano, ma non l’ho
trovato. Forse una mia svista, o
forse una svista del coordinamento
nazionale antimafia, o forse loro lo
conoscono bene. Forse perché non
premiano gli eroi di carta ma solo
coloro che combattono sul campo. |
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ENZO IACCHETTI |
novembre 2009 |
E’ simpatico, Enzo Iacchetti. Forse
definirlo un grande talento, un grande
comico, un grande attore è esagerato, ma
comunque piace e piace anche a me.
In un certo senso è anche una persona
coerente. Era comunista del PRC, poi
diventando ricco si è convertito a persone
libera, come afferma in una intervista a
Libero del 14.11.09, con un’ottima
motivazione: la sinistra lo ha deluso.
Forse il denaro di
Berlusconi, invece, lo ha gratificato.
Ora afferma che la sinistra è bolscevica
(una illuminazione tardiva ma meritevole) e
che a Mediaset ci sono più comunisti che in
Rai.
E di Berlusconi dice:
«lo adoravo quando gestiva la TV.
Politicamente, invece, non sono in linea. Lo
trovo però molto simpatico quando svicola
alle domande sulle sue alcove. Non so se un
premier può permetterselo o se debba essere
un bacchettone come la Merkel, ma non
m’interessa. So che qualcosa di buono l’ha
fatto, lo fa e speriamo che lo faccia sempre
di più. Ero più in disaccordo con Prodi.
Comunque, alla sua età, farsi un mazzo così
e non godere quello che ha, dimostra un
carattere straordinario. Io starei alle
Bahamas a pescare su una barca di lusso e la
sera aprirei i cancelli della mia megavilla
a meravigliose ragazze».
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E per essere più chiaro aggiunge: «Non
voglio rinunciare a un bravo presidente del
Consiglio o di Regione per storie di squillo
o di trans». |
Fin qui tutto bene, sono
disposto a sottoscrivere tutto. Forse un
piccolo appunto per l’impegno sociale che
assumerebbe un ex comunista diventato ricco,
lo farei, ma si sa, neanche i comunisti duri
e puri disdegnano i vantaggi del denaro.
E lui non è certo il
primo a cui il denaro lava gli ideali.
La mia scarsa
considerazione della sua capacità di
discernimento sorge invece quando dichiara
di non essere POLITICAMENTE IN LINEA con
Berlusconi.
Ora, forse il nostro
Enzo, tanto preso a farci ridere, non
conosce il significato di Politica. E’
comune definirla come l'Arte di governare le
società. Secondo Aristotele significa
l'amministrazione della città "polis" per il
bene di tutti.
Iacchetti, affermando che
i fatti privati di Berlusconi non sono per
lui sindacabili e che «qualcosa di buono
l’ha fatto, lo fa e speriamo che lo faccia
sempre di più», sta dicendo di essere
proprio in linea con la politica di
Berlusconi.
Probabilmente non se ne è
accorto.
Meglio quindi che
continui a farci ridere lasciando stare
ragionamenti per lui forse troppo complessi.
I personaggi dello spettacolo per far ridere
devono apparire ridicoli. Molti lo fanno per
capacità recitative, altri per doti
naturali. Non conoscendo personalmente
Iacchetti, non so quale sia il caso suo.
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FIORELLA MANNOIA |
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Roma, 30 ott 2009 - Con una lettera che
apparira' su 'Micromega' la nota
cantante Fiorella Mannoia (politicamente
di sinistra) scrive al presidente della
Camera Gianfranco Fini per esortarlo a
fondare un partito conservatore di gente
onesta che instauri anche in Italia un
confronto civile tra schieramenti di
destra e di sinistra come avviene
normalmente in altri paesi.
''Onorevole Fini, (mi sono chiesta a
lungo come cominciare una lettera come
questa, non ho mai scritto ad un
parlamentare prima d'ora, mi sembra che
questo possa andare bene: diretto e
conciso). Non le nascondo, per
onesta' -scrive la Mannoia-, che non mi
sono mai trovata d'accordo con lei, anzi
spesso le sue opinioni mi irritavano, le
nostre posizioni, evidentemente e
naturalmente distanti, mi impedivano di
trovare qualche argomento condivisibile.
Ma da un po' di tempo a questa parte
alcune sue dichiarazioni mi sorprendono,
mi pare di trovare in lei quel buon
senso di cui abbiamo cosi' tanto
bisogno, i suoi interventi spesso
lasciano trasparire una volonta' di
dialogo, un'apertura su temi che ci
hanno visti contrapposti per cosi' tanto
tempo. Mi chiedo: che cosa sta
succedendo? Ed ecco che la diffidenza
riprende il sopravvento: e' una
strategia? |
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Lei e' un uomo intelligente, uno
dei pochi politici puri di quel panorama, me
lo lasci dire, desolante che e' la sua
coalizione di governo. Sicuramente ha
capito (e ahinoi non ci vuole molto) che a
sinistra c'e' un vuoto, e che gli elettori
sono giustamente disorientati, arrabbiati,
disillusi e allora forse cerca di blandirli
con dichiarazioni piu' vicine al pensiero di
sinistra per indurli a dirottare i voti
degli indecisi su di lei. Ecco mi dico:
sara' cosi', sta preparando il terreno per
una nuova coalizione! E rimango, sempre per
onesta', piu' propensa per questa teoria,
non per diffidenza ideologica, ma perche' ho
sempre pensato che le persone cambiano
raramente. Tuttavia voglio lasciare uno
spiraglio all'ottimismo e voglio pensare che
anche per lei la misura e' colma e che anche
lei comincia, come noi, a vergognarsi di
essere rappresentato cosi' male agli occhi
del mondo intero e che, come noi, e' stanco
di questo populismo da quattro soldi, di
questa retorica da bar, di questo senso
dell'umorismo da caserma, di questo clima di
intolleranza e di violenza che si respira,
di questa decadenza culturale, etica,
storica. Onorevole Fini, io non lo so, ma
la prego, se lei e' davvero in buona fede,
ci aiuti a venirne fuori. Si liberi della
sua attuale coalizione, vada avanti, formi
un partito conservatore di gente onesta, e
ce n'e' tanta che non si riconosce in questa
destra, con la quale si possa dialogare in
maniera democratica e civile, come in tutti
i paesi europei. Magari ci scontreremo
ancora sui temi che ci vedranno in
contrapposizione, come in tutte le
democrazie, in un clima appassionato si',
(la politica e' passione), ma civile. Dia
il suo contributo a restituire dignita' a
questo paese che non si merita di essere
rappresentato in questo modo, e da sinistra,
(facendo anche noi il nostro dovere di
pulizia laddove ce ne sara' bisogno), le
daremo il benvenuto. Distinti saluti,
Fiorella Mannoia''. |
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Questo invece il mio
commento che che ho inviato per conoscenza
anche al sito della Mannoia
http://www.fiorellamannoia.it:
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Un altro evidente caso
di talento e stupidità. Un peccato,
perché Fiorella mi piace molto come
cantante. La sua vena malinconica, forse
dovuta al fallimento nelle sue aspirazioni
di moglie e mamma (come ha dichiarato un una
intervista) a volte tocca la mia
sensibilità. Un peccato perché la sua
presa di posizione così plateale (sapevo che
era di sinistra ma speravo rimanesse
nell’ambito dei diritti di opinione) la fa
sembrare ancora di più una presuntuosa che,
pur non avendo mai lavorato in vita sua,
ritiene di poter giudicare altri che hanno
fatto molto più di lei per la comunità.
Aggrapparsi a Fini, poi,
è il colmo per un comunista. Non sono
passati molti anni da quando lui parlava
nelle piazze con la mano tesa e Fiorella non
è così giovane da non ricordarlo. Ciò
significa che ormai i sinistri sono arrivati
in fondo al barile. E l'antiberlusconismo
non è sufficiente a coprire il loro totale
fallimento a livello italiano e mondiale.
Gente come lei campa
ancora di utopie che canta con voce
struggente ma vive completamente al di fuori
della realtà. Quella realtà che ha
trasformato da tempo la sua ideologia in
miseria e discriminazione, in corruzione e
arretratezza civile.
Fiorella parla
dell'esigenza di un partito conservatore di
gente onesta. Ci vorrebbe anche un partito
democratico di gente onesta. Non si è forse
accorta del degrado politico ed
istituzionale dei suoi compagni?
Non legge i giornali?
Ormai è un bollettino giornaliero di
malaffare nella gestione pubblica della
sinistra. Per non parlare dei comportamenti
personali di alcuni suoi rappresentanti.
Io vivo a Bologna ed un
amico comunista mi ha detto che oggi
Berlinguer si vergognerebbe di loro. E si
riferiva alla corruzione, agli intrallazzi,
alle clientele, insomma al marcio totale che
permea da tempo (o forse da sempre ma non se
ne era accorto) la sinistra italiana.
E questa mi guarda
Berlusconi. Talento e stupidità (nel
senso di ottusità mentale). Confermo.
Dice che la formazione
di governo è desolante? Ma dove viveva
quando c'erano i Luxuria, i Pecoraro e tutta
l'accozzaglia di cialtroni che ha sfasciato
tutto per imporre delle utopie fregandosene
delle esigenze degli italiani che li hanno
eletti.
Certo si è accorta che a
sinistra c'è il vuoto e che «gli «elettori
sono giustamente disorientati, arrabbiati,
disillusi». Non si è chiesta il perché?
Forse perché anche loro
si vergognano di essere «rappresentati così
male», perché sono stanchi di
populismo da terzo mondo, di retorica da
casa del popolo, di senso dell'umorismo da
intellighenzia di sinistra, del clima di
intolleranza e di violenza che si respira
grazie al permissivismo ed al buonismo dei
capipartito di sinistra, della decadenza
culturale, etica, storica che la sinistra ha
gestito per decenni con i risultati che ora
attribuisce ad altri?
Chi dovrebbe vergognarsi
della sua appartenenza?
Evidentemente lei vive
in un'altra dimensione che non è di questa
terra. Forse farebbe meglio a scendere dal
pulpito dei creatori del nulla a cui lei
appartiene.
E visto che riconosce
che anche a sinistra c'è bisogno di pulizia
la sua lettera la invii ad altri
destinatari, quelli più vicini al suo
pensiero ma tanto lontani dalle esigenze
degli italiani. Continui a cantare,
l'ascolterò sempre volentieri, ma la smetta
di fare politica da palcoscenico e se
proprio ha tempo da perdere
incominci le pulizie a casa sua.
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ANDREA CAMILLERI |
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Dicembre 2008 - Micro-Mega ha pubblicato ben sei pagine, di
poesie di Andrea Camilleri della sua nuova
raccolta dal titolo "Poesie Incivili".
Eccone alcune. - «Quel medio alzato all’Inno di Mameli /
se lo metta nel culo, Senatore, già fatto /
largo per averci infilato il Tricolore. Mi/
congratulo per la capienza! Che altro /
potrebbe contenere? Una diecina di copie /
della Costituzione? Il busto di Garibaldi? /
Non bastano ancora? Provi col Vittoriano /Ma
questo suo ano è proprio un buco nero!»
(dedicata a Bossi).
- «Il ricco porco, eletto a capo dei suoi
simili / alle scrofe da lui montate ripagò
il favore / ammettendole al truogolo
riservato a pochi / a suoi legulei, ai suoi
giornalisti, ai suoi boia / grufolanti e
grugnenti. I porci, com’è noto / non sono
bestie di fiuto fine. Rovistano nel letame /
vi si rotolano, vivono alla giornata. Non
sospettano / che un giorno saranno mutati in
salsiccia» (dedicata a Berlusconi).
- «A loro il linguaggio non si forma nel
cervello, ma nel ventre / e quindi non
emettono fonemi, ma borborigmi, rutti,
scoregge» (dedicata agli elettori del
centro-destra). |

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Titolo della raccolta perfettamente
azzeccato direi e strofe degne del civismo
di chi le ha scritte. Segue la mia lettera
aperta a lui indirizzata: |
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Egr. Signor Camilleri,
io non la conosco personalmente e certamente
lei non conosce me. Mi riesce quindi
assolutamente incomprensibile come lei possa
essersi permesso di darmi del porco. Sì, del
porco, perché sono un elettore italiano ed
uno degli elettori di Berlusconi. E’
evidente che in lei la senilità deve aver
preso il sopravvento portandola a scrivere
poesie non solo incivili ma decisamente
demenziali.
Leggendo i suoi libri mi ero fatto un’idea
diversa della sua persona ritenendolo uno
scrittore di successo ma riservato e schivo.
Sentivo delle voci che la definivano un
imbecille, ma non avevo motivo di crederlo.
Poi ha aperto bocca e ciò che era un dubbio
è diventata conferma.
Dicono che l’età porti la saggezza. Non è il
caso suo.
Evidentemente lei ritiene che chi non vota a
sinistra sia degno di mangiare nel truogolo
e di rovistare nel letame. Ebbene io,
liberale e democratico, penso invece che
tutti coloro che esprimono le loro
convinzioni politiche in maniera violenta
sia verbale che fisica, siano degli stupidi,
a qualsiasi schieramento appartengano.
Ma è proprio convinto che sia l'orientamento
politico a fare la differenza tra i buoni ed
i cattivi, gli stupidi e gli intelligenti,
gli onesti ed i ladri, gli scrittori e gli
scribacchini? Ottantatre anni per arrivare a
questa conclusione?
Difficile attribuire le sue poesie
all’intellighenzia di sinistra, per quanto
sia in declino. Forse sono solo
semplicemente frutto di odio e rancore.
Eppure non si fa scrupoli a pubblicare i
suoi libri con la Mondadori facendosi pagare
i diritti dal "ricco porco".
In ogni caso non ho problemi a dirle che le
sue poesie fanno proprio schifo.
La smetta. Non rovini quel che di buono ha
fatto nella sua vita. Non creda che la sua
notorietà e la sua evidente presunta
superiorità le possano permettere di
scrivere queste schifezze. Non dia retta ai
quattro cialtroni che la blandiscono e la
pubblicano sfruttando il suo livore cieco
per vendere giornali.
La smetta di scrivere queste porcherie
oppure la smetta del tutto e ci lasci con il
poco di buono che ha messo nei suoi romanzi.
PS: Forse è stato un lapsus, ma le faccio
notare che Berlusconi è stato eletto capo
del governo italiano e quindi di tutti, non
solo dei suoi simili. Da come scrive, pare
che lei consideri porci tutti gli italiani,
lei compreso. Qui, più che di una licenza
poetica, sembra trattarsi di una licenza
grammaticale.
Le cadute di stile sono state volutamente
inserite solo per farla sentire a suo agio. |
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